La ricetta del presidente del gruppo regionale di Direzione Italia, Ignazio Zullo.
“I giovani laureati in Medicina se non sono in possesso della Specializzazione non possono lavorare nel Sistema Sanitario Nazionale, nel pubblico per intenderci. Ma le borse per gli specialisti sono di anno in anno in numero inferiore al numero di medici che si laureano, per cui ogni anno almeno 10mila giovani laureati italiani non riescono ad entrare nelle scuole di specializzazione e per questo lasciano il nostro Paese per andare a lavorare all’estero dove si lavora senza essere specialisti, anche in ospedali universitari. Sono medici che fanno grande esperienza in corsia, ma non possono tornare in Italia perché significherebbe tornare a studiare, nozioni per altro già apprese lavorando.
“Per questo quando abbiamo avanzato una proposta/mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che potrebbe consentire di farli rientrare. Una soluzione che però non alletta il ministro alla Sanità, Giulia Grillo, che continua a girare a vuoto.
“Chiaramente il ritorno di questi ‘cervelli’ da sola non basta, ma va ripensata la formazione dei medici che in Puglia non può e non deve avvenire solo al Policlinico di Bari o agli Ospedali Riuniti di Foggia. Deve coinvolgere tutte le strutture ospedaliere di secondo livello come il Fazzi di Lecce, il Panico di Tricase, il Miulli di Acquaviva, la Fondazione Maugeri di Cassano, la Mater Dei di Bari e Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Sono ospedali di eccellenza dotati di ogni potenziale formativo tale da permettere più posti per medicina, per le scuole di specializzazione e per le scuole delle professioni sanitarie (infermieristica, riabilitazione etc).
“Oggi si parla e si parla ma di fatto si gira solo attorno al problema: noi una soluzione l’abbiamo avanzata un anno fa ma, le idee camminano sulle gambe degli uomini. Purtroppo le gambe del presidente Michele Emiliano e quelle del Governo GialloVerde sono un po’claudicanti. Forse anche troppo”./comunicato