di Marco Valsania
Mapire.eu, il Google Maps dell’Ottocento
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È l’ultimo scandalo a far tremare la reputazione dei giganti dell’economia digitale: milioni di falsi business che compaiono nelle ricerche su Google Maps. E che diventano redditizi sia per chi millanta professione e credito come per la grande controllata di Alphabet che dovrebbe combatterli. Quanti milioni? Per l’esattezza, stime alla mano di esperti di truffe digitali considerati credibili dalla stessa azienda, ben undici in una qualunque giornata, presa a caso. Google ha dato a queste frodi anche un nome interno: “Duress Verticals” – perche’ in gioco sono societa’ che la gente cerca in casi di emergenza, appunto di “duress”, di necessita’.
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La scoperta delle dimensioni del fenomeno, cortesia di un’inchiesta del Wall Street Journal, aggiunge un nuovo capitolo alle polemiche sulla responsabilita’ dei gruppi oggi dominanti sulla frontiera online, già nel mirino per scarsa protezione della privacy, pratiche monopolistiche e diffusione di informazioni fasulle e manipolate – delle quali il nuovo caso diventa una escalation. Google e’ tra i protagonisti del settore piu’ influenti e nel mirino di autorita’ e consumatori, sospettata di abusi nella sua posizione dominante: gestisce, in qualità di re dei motori di ricerca, oltre il 90% delle richieste via Internet, grazie alle quali genera 116 miliardi di dollari di entrate da inserzioni, pari a una quota del 37% del mercato degli “ad” digitali negli Stati Uniti.
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Queste pratiche pubblicitarie si sono ormai estese a Google Maps, frutto della strategia dell’azienda di cercare inedite strade per sostenere la continua crescita di un’attivita’ sempre piu’ matura e incalzata da concorrenti agguerriti quali Amazon e Facebook. Maps e’ pero’ diventata anche un serbatoio di quelli che il Journal definisce come “inganni cronici”. Che ne’ i pur sofisticati algoritmi esistenti ne’ gli ingegneri del gruppo al lavoro in questo campo stanno riuscendo a controllare o tantomeno a debellare. Il timore e’ anzi che spesso il problema sia stato minimizzato dai vertici.