Settimana delle peggiori, devastante, da cancellare, per Matteo Salvini. L’infame concretezza del reale non ha né sottoscritto né tantomeno mandato “bacioni” ai suoi pronunciamenti, alle sue intenzioni, ai suoi propositi e, cosa assai peggiore, hanno ricacciato indietro, sia detto nell’accezione prosaica romanesca – cioè “arimbalzato” – perfino le sue ormai costanti minacce, sempre accompagnate dal gesticolare delle dita a favore di cellulare, suggerimenti dei suoi piccini addetti alla propaganda. In definitiva, ne è stata abbattuta la tracotanza.
Non è stata una bella settimana neppure per coloro che al ministro degli Interni, aspirante gauleiter d’Italia tutta, consegnano il proprio affetto, trovando l’uomo aggraziato, eroticamente convincente, sexy, sognando di portarselo presto a letto, dunque mostrando nelle sue azioni fiducia cieca, convinti che, dopo decenni di bocconi amari imposti dalle infami “élite”, costui, l’uomo della provvidenza sovranista, ridarà loro ordine, disciplina e orgoglio identitario, esattamente così, addirittura a una intera nazione che storicamente mai fu tale. E ancora, già che c’è, sempre lui, Salvini, metterà “a cuccia” ogni altro potere costituito che abbia la pretesa di rallentarne la corsa, l’avanzata, la marcia definitiva del “Capitano” su Roma. Nonostante la persistente tracotanza, la settimana per Salvini è davvero iniziata in modo pessimo, questi giorni gli hanno assestato una sequenza di batoste. Per lui, e perfino per il suo piccoli Goebbels, gli stessi che in questo momento c’è da immaginarli a mordersi le labbra, a tormentarsi la frangetta, tuttavia pronti a escogitare nuovi bengala o raudi di distrazione politica. O magari armi, proprio armi, come presto udirete.
Non è stata una bella settimana per Salvini, la sua scommessa “ai mezzi” con la Meloni, sull’inabissamento sicuro della Sea-Watch, volendo citare un proverbio da almanacco del giorno dopo, è finita come da sempre accade ai pifferi di montagna: “… andarono per suonare, e furono suonati”. A quel punto, volendo ritrovare verve e spirito gagliardo, il ministro degli Interni, rilanciando, ha ritenuto opportuno presentarsi, appunto, al collaudo di una nuova pistola elettrica in dotazione alla polizia, messaggio esplicitamente securitario pronto a fare il paio con un pregresso davvero ributtante selfie che lo mostrava abbracciato a un mitra.
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