(ANSA) – ROMA, 16 GEN – Guardare negli occhi un rifugiato
oggi è un gesto politico, un modo per rimetterlo al mondo,
dirgli ci sei, se non esisti per la società esisti per me. Lorena è una signora molto distinta, psicoterapeuta in pensione
a Pordenone. Potrebbe godersi la vita benestante, “ma come posso
far finta di niente, faccio la mia vita normale?”. E’ una delle
centinaia di persone che in Italia hanno deciso di non girarsi
dall’altra parte, di non far finta che la nostra società sia la
stessa, è una dei tantissimi volontari che cercano di dare
solidarietà, spesso in un clima istituzionale ostile, agli oltre
10 mila migranti che vivono senza casa, con gravi difficoltà
nell’accesso al cibo, all’acqua, alle cure mediche, esclusi dai
centri di accoglienza finanziati dallo Stato. Lorena è una delle
quattro donne che raccontano la propria esperienza nel
documentario di Daniele Gaglianone ‘Dove bisogna stare’, con la
consulenza artistica di Andrea Segre e la partnership di Medici
senza Frontiere, distribuito dal 17 gennaio.