di M. Mobili e G. Parente
(Adobe Stock)
2′ di lettura
Colpire la speculazione finanziaria e garantire un flusso di risorse da destinare alla riduzione della pressione fiscale su imprese, famiglie e professionisti. Con l’obiettivo di arrivare a entrate fiscali per 2-3 miliardi di euro a regime. È l’intento del disegno di legge sulla «raider tax» che sta finalizzando come primo firmatario Mario Turco, senatore del M5S, componente della commissione Finanze di Palazzo Madama e docente di Economia aziendale all’Università del Salento.
Un progetto che mira a sostituire la Tobin tax con una filosofia di fondo diversa e che ha trovato già una prima anticipazione nell’ordine del giorno presentato da Turco e da altri colleghi del M5S, tra cui Laura Bottici, e accolto durante l’iter di conversione del decreto crescita. Un disegno di legge che non è escluso possa poi entrare come una delle proposte da inserire nel menù della prossima manovra.
Con il progetto della raider tax «andiamo a colpire – spiega Turco – soprattutto le operazioni speculative di vendita andando a prevedere un’imposta che cresca in funzione degli importi negoziati e che sia progressiva al decrescere del tempo di negoziazione. In pratica, più è vicino il tempo della vendita più è elevata l’aliquota della tassazione». Del resto già l’ordine del giorno approvato dal Senato impegnava il Governo («compatibilmente con i vincoli di bilancio») a rivedere «la progressività degli scaglioni dell’imposta prevista per le operazioni su strumenti finanziari derivati e sui valori mobiliari, che abbiano come sottostante prevalentemente uno o più strumenti finanziari partecipativi, o il cui valore dipenda prevalentemente da questi e prevedendo una maggiore incidenza dell’imposta per le operazioni di vendita di valore superiore al milione di euro, che oggi scontano una tassazione piatta».
Si tratta, quindi, di mandare in archivio l’esperienza della Tobin tax italiana che, aggiunge Turco, «non funziona perché è risultata inefficace nei suoi obiettivi, ossia limitare la speculazione e garantire un sufficiente gettito fiscale. Le motivazioni vanno ricercate nelle modalità scelte di tassazione, facilmente eludibili. Di fatto, il gettito è stato al di sotto delle attese, mentre la speculazione finanziaria è aumentata vertiginosamente».
Tobin tax che, da quando è diventata pienamente operativa, «ha fruttato in media circa 300-400 milioni annui, anche perché la tassazione è calcolata su somme algebriche e differenziali che riducono l’imponibilità dell’imposta». Mentre, secondo le prime ipotesi degli estensori del progetto, la raider tax potrebbe portare a entrate stabili per 2-3 miliardi a regime. E, come tiene a precisare Turco, «non miriamo a perdere capitali dall’estero ma ad attrarre capitali permanenti di supporto all’economia reale». Certo, «sarebbe auspicabile che il mondo agisse tutto insieme verso una regolamentazione della finanza in modo da frenare la speculazione. Auspico che l’Italia sia la prima a muoversi in tal senso».