Cristina Grieco, assessore Lavoro Regione Toscana (foto Adnkronos)
Pubblicato il: 22/07/2019 12:50
“Posso assicurare che tra le Regioni, comprese le Regioni del Sud, nessuno è contrario ‘a prescindere’ al progetto di autonomia differenziata. Ma occorre costruire prima una indispensabile cornice di garanzie, a partire (ad esempio per la scuola) dal fissare i Livelli minimi di servizio, in modo che tutti i cittadini, dal Veneto alla Sicilia possano usufruire della stessa qualità dell’offerta e dell’istruzione”. Così Cristina Grieco, assessore all’Istruzione, Formazione professionale, Politiche attive per il lavoro e Centri per l’impiego della Regione Toscana, nonché coordinatrice della Commissione Lavoro e istruzione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, fa il punto con Adnkronos/Labitalia sul progetto di autonomia differenziata.
Mentre sul lavoro, spiega Grieco “il cambiamento ipotizzato con la riforma è meno macroscopico, perché le competenze sono definite con contratti collettivi nazionali e di secondo livello assegnati alle parti sociali e la gestione delle politiche attive, dei centri per l’impiego e della formazione professionale alle Regioni”, sulla scuola il discorso cambia.
“Il sistema dell’istruzione -ricorsa Grieco, che tra l’altro è una dirigente scolastica- ha una valenza del tutto particolare, a partire dalla sua storia: è stato infatti il vero collante dell’unità nazionale, e l’Italia fin dalla sua nascita, ha trovato nel sistema scolastico uguale per tutti l’elemento uniformante dell’essere nazione”.
“Ora lo Stato per quanto riguarda il sistema dell’istruzione, lo Stato ha competenze importanti in materia di reclutamento del personale , ordinamenti e controlli. Non si può mettere mano a questa regolazione, senza fare prima un discorso sui Livelli minimi di servizio, in modo da garantire a tutti cittadini lo stesso standard”, aggiunge Grieco che poi precisa: “Il che non vuol dire impedire alle regioni più avanzate di ottimizzare la spesa, ma occorre prima rendere tutto il sistema sul territorio italiano più uniforme”.
Anche la Regione Toscana ha avanzato delle richieste: “Sì: le nostre -spiega Grieco- sono più o meno simili a quelle dell’Emilia Romagna e cioè chiediamo che vengano ridotti o meglio eliminati tutti quei meccanismi di rigidità che ancora ci sono tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione professionale. Un raccordo frenato secondo noi, da troppi vincoli burocratici”.
Insomma, riassume Grieco “un conto è efficientare la macchina, un conto è parlare di regionalizzare gli insegnanti e fare programmi differenti da Regione a Regione”.
“Questa materia così impattante per lo sviluppo e per il futuro di un Paese non può essere lasciata al singolo rapporto tra una Regione e lo Stato”, osserva Grieco. “Su questo aspetto come Regione Toscana siamo scettici anche se -ripeto- non siamo contrari a prescindere a un progetto di autonomia”.
Per l’assessore, lo scambio di lettere sui giornali tra il premier Conte e i governatori di Veneto e Lombardia, testimonia che “queste due Regioni, che sono state insieme all’Emilia Romagna le prime ad aprire la questione, avevano avuto ampie garanzie che il progetto dell’autonomia differenziata sarebbe stato portato fino in fondo da questo governo. Ma, evidentemente, qualcuno ha cambiato idea. E di questo ripensamento, io, francamente, sono contenta”.
Dopodiché, avverte Grieco “è chiaro che se passa il progetto di autonomia per Veneto e Lombardia, la regione Toscana il giorno dopo la chiede anche lei e nella stessa misura: abbiamo tutti i conti in ordine e non temiamo nulla”, conclude.
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