Ora è caccia ai due. Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di due uomini alti circa 1 metro e ottanta. Uno dei due è biondo, ha le meches, indossa un paio di jeans e una camicia a scacchi; l’altro ha un vistoso tatuaggio sul braccio destro. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio.
Il cordoglio del’Arma e il dolore dei familiari
“Nella sua nuda essenza anche la tragedia più grande è fatta di numeri: il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno. È morto stanotte a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di 1 furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato. In gergo si chiama “cavallo di ritorno”. Ma quei numeri non sono freddi: sono il conto di un’esistenza consacrata agli altri e al dovere, di una dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l’infinito. Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri. Il più vivo cordoglio ai Suoi cari, che stringiamo in un immenso, unico abbraccio”, si legge sull’account ufficiale dell’Arma su Facebook.
“Me lo hanno ammazzato”. Straziata dalle lacrime la moglie del carabiniere ucciso sfoga la sua disperazione fuori dalla camera mortuaria del Santo Spirito a Roma. “Lei viveva per lui, è una tragedia”, racconta un amico in lacrime. “Ancora non ci posso credere”, ripete un fratello della vittima. Presenti fuori la camera mortuaria dell’ospedale romano almeno 100 tra amici e parenti arrivati dalla Campania, regione d’origine di Mario Rega Cerciello.
Mario Cerciello Rega, è il secondo carabiniere ucciso in servizio negli ultimi 4 mesi in Italia. Il 13 aprile scorso Vincenzo Carlo Di Gennaro, vice comandante della Stazione di Cagnano Varano, era morto dopo esser stato raggiunto da 3 colpi di pistola al torace sparati da un pregiudicato nella piazza del paese del Gargano.
Poco più di un mese fa sempre a Roma un poliziotto è stato accoltellato, fortunatamente senza conseguenze gravi, da un residente di Tor Bella Monaca, Pietro Maruca, durante un controllo. L’aggressore, già noto alle forze dell’ordine, probabilmente era sotto l’effetto di stupefacenti. “Prendere una coltellata fa parte del mio mestiere. Ma quello che fa più male è stato il comportamento dei cittadini”, ha raccontato qualche giorno fa il poliziotto aggredito, Yuri Sannino, agente scelto del reparto Volanti della questura capitolina. L’agente era intervenuto per sedare una lite coniugale scoppiata dentro una tabaccheria. Alla vista delle volanti l’uomo era fuggito. “L’uomo che scappava ha tentato di investirmi – ha raccontato l’agente – e subito dopo 30 persone hanno accerchiato l’auto di servizio. Volevano venire contro di noi, poi senza preavviso l’uomo (Maruca, ndr) si è girato e mi ha dato un colpo sul petto”.