Ravenna – Era l’inizio degli anni Cinquanta quando Gaetano Ballardini, direttore, nonché fondatore, del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (MIC), raggiungeva Picasso all’Atelier Madoura con una lettera toccante. La sua missiva suonava come una richiesta di aiuto affinché l’artista contribuisse alla rinascita delle collezioni danneggiate dal conflitto.
E così nel 1950 giunse nella cittadina in provincia di Ravenna il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni conflitto, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua struttura, quasi interamente distrutta da un bombardamento nel maggio 1944.
Seguirono, l’anno dopo, altri piatti decorati con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico come “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, abbellito da quattro figure femminili che si allungano sul vaso con le loro forme sinuose.
Questi straordinari oggetti, accanto a 50 pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso di Parigi, saranno esposti al MIC di Faenza dal 1° novembre al 12 aprile, nell’ambito della mostra dal titolo “Picasso, La sfida della ceramica” a cura di Harald Theil e Salvador Haro con la collaborazione di Claudia Casali.
Il percorso esaminerà il rapporto di Picasso con l’argilla, ma anche le fonti di ispirazione dell’artista, a partire dai manufatti presenti nelle collezioni del MIC: dalla ceramica classica a figure nere e rosse all’iconografia dell’area mediterranea dominata da pesci, uccelli, animali fantastici, passando dalle terrecotte delle culture pre-ispaniche che saranno mostrate ai visitatori in un inedito dialogo con le ceramiche di Picasso.
Documenti e fotografie, mai esposti prima, appartenenti all’archivio storico del MIC, arricchiranno il percorso espositivo che si avvarrà anche di un ricco apparato didattico e fotografico oltre che di un video del 1954 del regista Luciano Emmer.
L’esposizione si inserisce nell’ambito di “Picasso – Méditerranée”, un’iniziativa del Musée national Picasso-Paris in occasione della quale sessanta istituzioni hanno immaginato una serie di mostre sull’opera “ostinatamente mediterranea” di Picasso. E che in autunno si potrà apprezzare nei luoghi che lo hanno ispirato.