ROMA – Una casa horror perfetta, vera protagonista del film, e poi tutto l’armamentario del genere, bambole, mostri, un mad doctor, rumori, musica giusta e anche una mater dolorum. Non si può dire che l’opera prima di Roberto De Feo, The Nest (Il nido), in sala dal 15 agosto in 200 copie con Vision Distribution, non abbia attinto a piene mani al genere e questo fino a un finale sorpresa.
In questo film, selezionato al prossimo Festival di Locarno, tutto si svolge nella straordinaria Villa dei Laghi (reposoir di caccia per volere di Re Vittorio Emanuele nel comune di Druento). Qui vive Samuel (Justin Korovkin), un ragazzo costretto su una sedia a rotelle, insieme alla sua arcigna madre Elena (Francesca Cavallin). Il ragazzo, come d’altronde la servitù, è supercontrollato anche grazie all’opera oscura di Christian (Maurizio Lombardi), medico di famiglia. Tutto a Villa dei Laghi sembra ingessato da rigide norme che nessuno può trasgredire: ‘regola delle regole’ è quella di non poter uscire da quella casa e dal parco che la circonda. Samuel cresce così protetto in una sorta di Truman Show, ma insoddisfatto e irrequieto anche per gli strani avvenimenti che accadono intorno a lui fino a quando arriva a Villa dei Laghi l’adolescente Denise (Ginevra Francesconi) che scardinerà gli equilibri della famiglia, dando a Samuel la forza di opporsi alle restrizioni imposte da sua madre e di cercare la verità sul mondo che lo circonda.
“Fare The Nest per me era il sogno di una vita e anche un privilegio. È un film dell’orrore atipico – spiega oggi a Roma il regista – non giocato su facce mostruose, ma piuttosto con un impianto narrativo internazionale perché volevo che questo lavoro fosse poco riconoscibile come film italiano”. E ancora Roberto De Feo, nato a Bari nel 1981: “Il cinema a cui mi ispiro è quello che gioca con lo spettatore: adoro scaraventare il pubblico in un universo opposto a quello in cui credeva di trovarsi, come in ‘The Others’ di Amenábar e ‘The Village’ di Shyamalan”.