(ANSA) – GENOVA, 1 AGO – “Difetti esecutivi” rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla “mancanza di interventi di manutenzione significativi”. Lo scrivono i tre periti del gip Angela Nutini nella risposta al secondo quesito del primo incidente probatorio per il crollo del ponte Morandi. I periti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate. I periti hanno analizzato i reperti, ma anche effettuato carotaggi e analisi sia sulle parti crollate (quelle della pila 9) che quelle rimaste in piedi. Per quanto riguarda il reperto 132 (l’ancoraggio dei tiranti sulle sommità delle antenne del lato Sud), considerata dalla procura la prova regina perché è il punto che si sarebbe staccato per primo, i periti hanno individuato nei trefoli “uno stato corrosivo di tipo generalizzato di lungo periodo, dovuto alla presenza di umidità di acqua e contemporanea presenza di elementi aggressivi come solfuri e cloruri”.