Il 55,2% del totale (10,4 miliardi di euro ) è finito nelle casse dello Stato, come introiti erariali dal gioco legale. A questi vanno aggiunte le imposte versate da concessionari, gestori ed esercenti, che quest’anno – dopo l’approvazione del Decreto Dignità – hanno registrato l’ennesima impennata. Ad oggi, la tassazione complessiva del settore è superiore al 54 per cento
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Ben 19 miliardi di euro: tanto hanno “investito” gli italiani nel 2018 (-2% sull’anno precedente) in termini di spesa per Lotto, Enalotto, lotterie varie, scommesse, Bingo, slot machine, videolottery e giochi online. Il 55,2% del totale (pari a 10,4 miliardi di euro) è finito nelle casse dello Stato, come introiti erariali del gioco. A questi vanno aggiunte le imposte versate da concessionari, gestori ed esercenti, che quest’anno hanno registrato l’ennesima impennata (dopo l’inasprimento del prelievo previsto dal Dl Dignità: prelievo erariale unico del 19,5% sulle somme giocate alle slot machine, del 6,25% per le videolottery dal 1 maggio 2019). Ad oggi, la tassazione complessiva del settore è superiore al 54 per cento.
I dati arrivano dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che li ha raccolti nel “Libro Blu 2018”, il rapporto sullo stato dell’arte (raccolta, spesa, vincite, entrate erariali) del mercato del gioco d’azzardo legale in Italia. Il 62,6% delle entrate da gioco (oltre 6 miliardi di euro) proviene da slot-machine e videolottery, nonostante nell’ultimo anno si sia concluso il taglio del 35% degli apparecchi in tutta Italia, in virtù di un decreto dell’Adm seguito all’accordo Stato-Regioni sul riordino delle slot. Il 25,1% delle entrate, invece, arriva da Lotto e lotterie come Superenalotto e Gratta&Vinci, mentre il restante 12,20% da altri tipi di giochi come scommesse sportive, bingo o poker cash.
Il “Libro Blu” registra poi un forte aumento del numero dei siti web
irregolari inibiti: 1.042 nel 2018 contro i 418 nel 2013, anche se sempre meno sono i tentativi di accesso (-82%). «Priorità dell’Agenzia – sottolinea il direttore Giochi dell’Adm, Roberto Fanelli – è il contrasto al gioco illecito, perché danneggia sia l’Erario, sia gli operatori corretti, sia i giocatori, che senza controlli non sono tutelati».