Lo scorso 4 Agosto presso il Castello Tafuri,(https://www.castellotafuri.it/)https://www.castellotafuri.it/https://www.castellotafuri.it/dove-siamo/ si è tenuta una cerimonia conviviale della Norman Academy – Priorato di Sicilia – contraddistinta da relatori qualificati del mondo istituzionale sulla tematica: “Rispetto delle Regole nell’Etica dello Sviluppo Sociale, della Salute e dell’Economia”.
Oggi 15 agosto il Corriere Quotidiano vuole dedicare e omaggiare Padre Giovanni Straquadanio (Parroco della Chiesa Madre di San Giorgio di Modica)
(Membro del Senato Accademico del Priorato di Sicilia della Norman Academy), pubblicando integramente il suo intervento:
“Illustrissimi membri tutti della Norman Academy, svilupperò il mio pensiero spirituale tenendo presente le finalità culturali, umanitarie e di solidarietà dell’Associazione, per favorire e incentivare, in ogni modo, il dialogo e lo scambio interculturale e interreligioso tra i popoli. Ma poiché oggi è domenica, giorno del Signore mi lascio guidare dalla parola del Vangelo di Luca dove si dice che un tale chiede l’intervento di Gesù per convincere il fratello a dargli una parte di eredità. Gesù non si ritiene giudice o mediatore tra i due, ma da una indicazione fondamentale per la vita di ogni uomo: chi ripone la propria felicità nel godimento delle ricchezze, è destinato alla infelicità perché vivrà ogni giorno nel timore di perderle, per un furto, per un tracollo economico o semplicemente perché glieli toglie la morte. La vita non dipende da ciò che si possiede ma di ciò che si è capaci di donare ( arricchire davanti a Dio ). Con immensa sapienza e spietata concretezza il Vangelo indica che è due giorni dopo la morte “del caro estinto” che si scatena la lotta più degradante, quella che fa vedere quanto sia vile il cuore dell’uomo: la lotta per l’eredità. Ma di fronte alla cupidigia che inganna, acceca e disumanizza, c’è la capacità di vivere una libertà dalle cose e una scelta di ciò che alla fine conta: rimanere semplicemente uomini invece di diventare belve per pochi spiccioli o molti non importa. Noi che abbiamo quasi tutto, a cui non manca il cibo, la casa, le cure mediche, a cui non manca il superfluo e che possiamo fruire di opportunità che sono inaccessibili alla gran parte della popolazione mondiale, noi siamo di frequente vittime di quell’ansia a causa della quale il cuore non riposa neppure di notte. Ma come è possibile? Eppure non ci manca nulla. Probabilmente noi non siamo diversi dell’uomo ricco del Vangelo, la cui campagna aveva dato un raccolto abbondante. Non è saggio fare un ragionamento egocentrico, al di fuori del mondo. Nel tempo della globalità, è necessario passare dall’etica individuale all’etica sociale che vede il comportamento dell’individuo nei rapporti con il mondo intero e le strutture che lo governano. Non basta più un aiuto economico a singoli gruppi di popoli sottosviluppati, è necessario guardare la realtà nel suo insieme e agire con interventi strutturali. Bisogna dire basta, con lo sfruttamento delle risorse minerarie che rendono i poveri ancora più poveri. Allora ecco alcune indicazioni: 1)Cercare una collaborazione con questi popoli e farli sentire protagonisti delle loro stesse risorse per non venire oppressi e vandalicamente sfruttati.
2) Bisogna ragionare in termini di globalità, diminuendo drasticamente l’emissione di gas nocivi che provocano l’aumento della temperatura globale della terra e la desertificazione di intere aree del sud del mondo.
3) Per vivere la solidarietà con i popoli più disagiati è necessario rinegoziare il debito che questi hanno con i paesi più ricchi, debito che li rende eternamente succubi, precari e dipendenti, da far pensare a un nuovo stato di “colonie”.
4) Quali sono le attuali Regole di comportamento che noi abbiamo pensato e promulgato? La storia ci insegna che sono i paesi ricchi che dettano le leggi, le loro leggi, quelle basate sullo sfrenato profitto che rende schiavi chi le subisce. Se la ricchezza non è coniugata con la giustizia sociale è disumana, diventa idolo, il nostro dio. È urgente che venga dato un decisivo valore agli organismi internazionali ( vedi ONU ) per regolare i rapporti tra i diversi stati e formulare e fare osservare nuove regole basate sulla giustizia e sul rispetto dei più deboli. È necessario tenere presente la Regola d’Oro: “fai all’altro quello che tu vorresti che l’altro faccia a te” è la legge dell’amore che considera ogni uomo un fratello, non un servo o un nemico. Il nostro o è tempo di fraternità universale o sarà tempo di distruzione totale. A riguardo Papa Francesco nell’Enciclica “ Laudato sii” sospinge l’umanità di oggi verso gli improrogabili traguardi della salvaguardia del creato e del futuro del nostro pianeta. INSIEME SI PUO’, DA SOLI C’E’ IMPOTENZA E MORTE. In sintonia con i nobili obiettivi della Norman Academy possiamo salvarci e salvare il mondo.
Padre Giovanni Stracquadanio
A cura di Francesca Pucci