di Achille Colombo Clerici
Con poco più di 12 milioni di ettari di superficie utilizzata, l’agricoltura italiana realizza oltre il 12% del fatturato del settore nell’Ue a 28 stati, confermandosi terza economia agricola del continente dopo Francia (17% con 28 mln di ettari) e Germania (13% con 15 mln di ettari). E’ quanto emerge dall’ultima istantanea di Eurostat sul settore in Europa, basata sui risultati provvisori dell’indagine sulla struttura delle aziende agricole 2016. I dati riferiti all’Italia, però, risalgono al 2013 e sono i meno aggiornati di tutti.
La Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria che riunisce i proprietari concedenti la terra in affitto, svolge un ruolo importante nell’economia agricola italiana: in una realtà imprenditoriale molto frammentata – in Europa due terzi del totale delle imprese hanno meno di 5 ettari – contribuisce a creare strutture moderne in grado di resistere ai competitors stranieri.
Dal Rapporto 2016 dell’Istat risulta che la Superficie Agricola Utilizzata in affitto a livello nazionale ammonta a oltre 5,8 milioni di ettari, pari al 45,3% della SAU totale. In Piemonte e Lombardia si raggiungono percentuali del 63 e del 62 della superficie agricola complessiva.
Un fattore che ha contribuito a far conquistare all’agricoltura italiana il primato europeo del più alto valore aggiunto con 30 miliardi di euro, seguita dalla Francia (25,55) e dalla Spagna (25,50); e il secondo posto per valore della produzione (52,9 miliardi), dopo la Francia (70,2 mld) e prima della Germania (51,2 mld).
Eurostat evidenzia inoltre un quadro molto eterogeneo, con alcuni Paesi dove è molto rilevante un’agricoltura di sussistenza caratterizzata da un grande numero di piccole aziende (Romania, Polonia), altri dove prevale un’agricoltura imprenditoriale su aziende di grande dimensione (Francia, Germania, Spagna), altri ancora, come l’Italia, dove le due forme di agricoltura, di sussistenza e imprenditoriale, sono ugualmente rilevanti sia pure con tendenza alla crescita della seconda.
Determinante sarà la nuova PAC – Politica Agricola Comunitaria 2021-2027, che la Proprietà Fondiaria auspica sia dotata di risorse finanziarie adeguate in grado di poter affrontare nel modo migliore le nuove sfide a cui il settore è chiamato e che riguardano principalmente: una produzione agricola sufficiente e sostenibile, la tutela dell’ambiente e del territorio e la valorizzazione delle aree rurali. Inoltre dovranno essere rivisti i meccanismi della degressività e del plafonamento (tetti massimi e tagli agli aiuti piu’ consistenti) che costituiscono delle penalizzazioni proprio per quelle aziende più strutturate che creano crescita e occupazione e che riescono ad essere competitive.