«Ci sono 126 miliardi in pancia dello Stato che nessuno tocca. Fanno parte del fondo investimento per le opere pubbliche delle amministrazioni centrali. Noi non li prendiamo tutti. Noi ne prendiamo 50. Li spostiamo dai capitoli di spesa cui sono dedicati, e che nessuno si sta preoccupando di far partire e facciamo diventare l’Italia un Paese verde». Parole e musica di Nicola Zingaretti, che in un’intervista esclusiva a Linkiesta, pochi mesi fa, lanciava l’idea di un green new deal all’italiana. Un piano radicale, fatto di fondi per gli investimenti pubblici già messi a bilancio, per aumentare significativamente i consumi di energia rinnovabile, per fare un piano di incentivi “green 4.0” per le imprese, per realizzare 13mila km di nuove piste ciclabili, o per acquistare 20mila nuovi mezzi per il trasporto pubblico locale.
Ecco: se proprio deve nascere una nuova maggioranza Pd-Cinque Stelle, tanto più se si vuole un patto di legislatura, noi partiremmo da qui. Da una maggioranza verde, anziché giallorossa. Da una visione del futuro che assuma la questione ambientale come cuore della propria azione, non dalla necesssità di salvare le poltrone qui e ora. Da un cambio radicale delle priorità, già a partire da questa legge di bilancio. In cui i soldi per gli investimenti, come propone Zingaretti, possono essere trovati tra le pieghe del bilancio dello Stato, senza fare altro debito, e possano essere il vero volano per far ripartire l’economia e dare nuovo slancio all’economia italiana, senza pesare sulle generazioni future. Ma anzi, consegnando loro un Paese migliore.
Se volete smontare tutte le retoriche di Matteo Salvini sull’Italia del No, e sul patto per le poltrone, questa è l’unica strada. Ed è una strada che rappresenta, a ben vedere, l’unico terreno di incontro possibile – e auspicabile – tra Pd e Cinque Stelle. Che nasca nell’estate più calda di sempre – oggi a Roma la temperatura a terra sarà di 50 gradi – con un Paese devastato da acquazzoni, uragani e trombe d’aria che mai si sono viste, con questa intensità, mentre in Siberia nessuno ha ancora domato un incendio che ha bruciato un’area grande quanto il Portogallo, e mentre i sovranisti stranieri – quelli che tanto piacciono a Salvini, come Jair Bolsonaro – stanno deforestando l’Amazzonia come mai era successo negli ultimi dieci anni, l’Italia potrebbe rappresentare il primo laboratorio europeo di un nuovo ambientalismo.
Sarebbe un modo, anzi IL modo, per riportare finalmente l’Italia al centro del dibattito del Vecchio Continente, dalla parte giusta del dibattito. Per dire: pensate che Ursula von der Leyen, che ha messo l’ambiente al primo posto nel suo discorso di insediamento come presidente della Commissione Europea – Europa climaticamente neutrale,quindi senza emissioni, entro il 2050, l’introduzione della carbon tax, un trilione di euro di investimenti in finanza sostenibile, con la trasformazione di una parte della Banca Europea per gli Investimenti in Banca Climatica Europea, giusto per ricordarlo agli smemorati – possa storcere il naso di fronte a una manovra che spinge nella medesima direzione? E pensate che possa dire qualcosa la Germania, dopo che proprio ieri Annegret Kramp-Karrenbauer, leader della Cdu e succeditrice designata di Angela Merkel, ha annunciato la proposta di una rivoluzione verde per il fisco tedesco, con incentivi shock alle imprese private che ai cittadini regolari ulteriori incentivi per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio dai sussidi per lo sviluppo di carburanti ecologici e quelli per migliorare l’efficienza energetica degli edifici?
Aspettiamo Renzi e Zingaretti, Di Maio e Fico, ma siamo convinti che la questione sia tutta qui. Se Pd, Cinque Stelle, LeU e +Europa pensano davvero che il benessere del Paese venga prima dei rancori degli ultimi anni, che il Paese debba avere un’agenda di priorità diversa da quella di Matteo Salvini e che quell’agenda, un’agenda verde, abbia già una maggioranza parlamentare in grado di sostenerla, il momento è ora. In caso contrario, non lamentatevi se la gente parlerà di governicchio e di manovra di palazzo. Soprattutto, non lamentatevi se da domani si tornerà a parlare di pensioni e di emergenza migranti.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/08/13/pd-cinque-stelle-governo-verde/43198/