Via alla presentazione delle domande di risarcimento attraverso un sito dedicato. Indennizzati bond (al 95%) e azioni (al 30%) – È un’eredità del governo gialloverde
di Dario Aquaro e Ranieri Razzante
Le vittime dei crack (Ansa)
3′ di lettura
Il decreto attuativo è approdato sulla Gazzetta Ufficiale il 21 agosto. Dal giorno successivo, 22 agosto, si è così finalmente è aperta la strada del rimborso per le vittime dei crack bancari. Circa 200mila risparmiatori che possono accedere al Fondo da 1,5 miliardi istituito dall’ultima legge di Bilancio, eredità del governo gialloverde caduto la scorsa settimana. Il Fir (Fondo indennizzo risparmiatori) è riservato a chi è stato danneggiato da banche e loro controllate con sede legale in Italia, messe in liquidazione dal 16 novembre 2015 al 1° gennaio 2018, a causa delle violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza (previsti dal Testo unico della finanza).
I titoli indennizzabili sono quindi le azioni e le obbligazioni subordinate emesse da 11 istituti: Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Credito cooperativo padovano, Banca Brutia, Banca popolare delle province calabre, Banca di Paceco e Credito cooperativo interprovinciale Veneto.
Con la pubblicazione del Dm (terzo e ultimo provvedimento attuativo), si è spalancata una finestra di 180 giorni a partire dal 22 agosto per presentare le richieste di indennizzo, «secondo moduli informatici rinvenibili e compilabili» sul portale gestito dalla Consap. Sulla piattaforma, già attiva a livello informativo dal 1° luglio scorso, sarà anche possibile seguire lo stato dell’istruttoria: l’esame parte subito, secondo l’ordine di presentazione, senza aspettare la fine dei 180 giorni.