I Cinque Stelle faranno il punto con una maxi riunione: il capo politico Luigi Di Maio, il presidente di Rousseau Davide Casaleggio, i capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, e poi anche i 28 capigruppo delle commissioni parlamentari di Camera e Senato
di Manuela Perrone
Crisi di governo, avanti la trattativa M5s-Pd
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Sono ore decisive per dipanare la matassa di un eventuale Governo giallorosso. E oggi i Cinque Stelle faranno il punto con una maxi riunione: il capo politico Luigi Di Maio, il presidente di Rousseau Davide Casaleggio, i capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, e poi anche i 28 capigruppo delle commissioni parlamentari di Camera e Senato.
Fino all’ultimo momento non si esclude neppure la presenza di Beppe Grillo, che in questa crisi è tornato a svolgere un ruolo di primo piano nel Movimento. Dallo staff di Di Maio non confermano le voci di un faccia a faccia con Matteo Salvini, ma non negano contatti. Se il confronto proseguirà in discesa, invece, il leader M5S e il segretario dem Nicola Zingaretti potrebbero tornare a vedersi.
È stato Grillo a dettare la linea, prima vincendo le resistenze di Casaleggio sul confronto con il Pd e imponendosi sui pentastellati più inclini a tornare con la Lega. Poi ponendo sul tavolo con forza il nome di Giuseppe Conte come premier anche di un Esecutivo con il Pd. Ed è stato Di Maio a doverlo giocoforza tradurre come un ultimatum con i dem: o Conte o niente. Con la spiegazione o l’alibi che soltanto levando lo scudo del presidente del Consiglio uscente la base pentastellata, insorta sui social contro l’accordo con quello che fino a inizio agosto il M5S chiamava “il partito di Bibbiano”, potrebbe capire l’operazione.
I pentastellati intensificano il pressing, contando sui dem che non hanno pregiudiziali su Conte e anche sulle reazioni della rete. Sotto la diretta Facebook di ieri di Zingaretti – fanno notare in casa M5S – la maggior parte dei militanti chiede di far cadere il veto sul premier.
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