Pubblicato il: 03/09/2019 17:54
Grazie alle continue innovazioni tecnologiche, il mondo del lavoro e quello del recruitment continuano a evolversi e a mutare, insieme alle carriere e ai percorsi di crescita dei professionisti a livello globale. Di pari passo, anche i curricula dei professionisti devono adattarsi, come afferma Alistair Cox, Ceo del gruppo Hays, azienda leader nel recruitment specializzato.
I professionisti che si stanno affacciando al mondo del lavoro sono destinati a lavorare più a lungo di qualsiasi altra generazione li abbia preceduti: con una carriera così dilatata nel tempo, rischiano non solo di cambiare posto di lavoro con maggiore frequenza, ma anche di collezionare maggiori pause dalla loro vita professionale per dedicarsi alle proprie passioni. Secondo Cox, tutto ciò ha un potente impatto sul processo di ricerca di lavoro e, di conseguenza, sul tipo di cv che i professionisti devono redigere quando sono a caccia di un lavoro.
Man mano che i professionisti inizieranno a sperimentare percorsi lavorativi non lineari, diventeranno sempre più comuni, nei cv, pause di carriera tra un’occupazione e un’altra. Le persone in cerca di lavoro non dovranno preoccuparsi laddove ci siano lacune o pause, ma è fondamentale che siano in grado di spiegare che cosa hanno fatto e, soprattutto, che cosa hanno imparato durante questi periodi di pausa.
Allo stesso tempo, i responsabili della selezione dovranno cambiare la forma mentis con cui approcciano uno screening, sfidando il luogo comune secondo cui ‘buchi’ nella carriera di un professionista equivalgono a un allarme rosso.
“Se si è rimasti senza lavoro per un certo periodo di tempo, non ha senso – avverte Cox – ometterlo o cercare di nasconderlo truccando il proprio cv. Le pause di carriera stanno diventando sempre più comuni ed è bene imparare a mettere in risalto come si è messo a frutto quel periodo di inattività lavorativa: volontariato, corsi di formazione o un anno sabbatico in viaggio. È anche una buona idea iniziare a raccogliere un portfolio online del proprio lavoro: questo aiuterà il professionista a condensare le informazioni sul proprio cv, fornendo al contempo al lettore prove tangibili dei risultati raggiunti”.
Le skill dei professionisti sono la ‘nuova valuta’ da spendere quando si è alla ricerca di un lavoro e, con la tecnologia in continua evoluzione, il valore della durata di un’abilità sta diventando sempre più breve. Per questo motivo, chi cerca lavoro dovrebbe attribuire maggiore enfasi alle proprie skill, rispetto all’excursus lavorativo passato. Il perfezionamento e la valorizzazione delle proprie competenze sono essenziali per il successo di un professionista. È auspicabile che si intraprendano percorsi formativi, dedicando tempo all’apprendimento per migliorare le proprie competenze.
“Quando si è alla ricerca di una nuova risorsa, invece di pensare automaticamente a quanti anni di esperienza deve possedere un candidato, è bene capire se il candidato ha le capacità e il bagaglio di conoscenze necessarie per ricoprire una determinata posizione, indipendentemente dagli anni lavorativi e dalle esperienze già maturate. I responsabili delle risorse umane devono resistere alla tentazione di mettere il pilota automatico: meglio pensare a quali skill siano fondamentali per il ruolo che si sta ricercando e, di conseguenza, per il proprio business e per la propria squadra, ora e negli anni futuri”, assicura.
La tecnologia sta sicuramente rivoluzionando le dinamiche di selezione del personale: è sempre più comune che i cv, prima di arrivare sulla scrivania del responsabile delle risorse umane, vengano vagliati da elaborati sistemi computerizzati. Proprio per questo, i professionisti devono iniziare ad adattare il proprio cv agli algoritmi più utilizzati.
“Intelligenza Artificiale e algoritmi automatizzati di apprendimento – continua Cox – stanno diventando sempre più comuni nella fase di screening delle candidature. È bene riflettere attentamente su quali parole chiave è meglio utilizzare: ad esempio, riprendendo quelle già presenti nell’annuncio di lavoro a cui si sta rispondendo”.
Da un cv non sempre traspaiono in maniera nitida le passioni che caratterizzano chi è a caccia di un nuovo lavoro e questo può essere controproducente: oltre alle competenze, tradizionali e non, è importante che vengano mostrati ai potenziali nuovi datori di lavoro, hobby, passioni e tratti peculiari della personalità. Le passioni possono trasformarsi in una vera opportunità per comunicare ciò di cui si è appassionati e cosa davvero ci spinge nella crescita professionale.
“Nonostante tutte le migliorie che la tecnologia sta apportando, è ancora il tocco dell’uomo che aggiunge valore e fa la differenza. Non solo, ma visto che tutti i lavoratori stanno affrontando la prospettiva di lavorare più a lungo, il confine tra vita lavorativa e vita privata sta diventando sempre più sfumato. È fondamentale che gli Hr vedano il potenziale di un candidato anche oltre le sue esperienze professionali”, sottolinea.
“La natura di come lavoriamo e ci approcciamo alla sfera professionale sta cambiando e, di conseguenza, anche la natura dei curricula. Resta il fatto che, nonostante molti ne prevedano la fine prossima, un cv ben scritto e ben strutturato può aprire molte porte. Può, per esempio, permetterci di interagire con persone altrimenti irraggiungibili e, soprattutto, rimane uno degli strumenti principali per riuscire a ottenere un colloquio per il lavoro dei propri sogni”, conclude Cox.
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