Pubblicato il: 05/09/2019 16:59
Dagli addetti macchine Cnc e saldatori fino ai farmacisti per la grande distribuzione organizzata e autisti patente C/DSi: sono tra i 15 ruoli di più difficile reperimento, quelli che le aziende cercano ma faticano a trovare. “Sia Industria 4.0 che il digitale – commenta Zoltan Daghero, managing director di Gi Group Italia – stanno portando grandi opportunità per imprese e i distretti produttivi e allo stesso tempo evidenziando un problema di base: lo skills shortage, ovvero la penuria o mancanza di competenze qualificate richieste dalle aziende, che conseguentemente provoca una mancanza di allineamento, ovvero mismatch tra domanda e offerta di lavoro”.
“Le figure professionali di più difficile reperimento – fa notare – non sono solo quelle Ict, ma riguardano diversi ambiti e hanno la caratteristica comune di essere figure specializzate che spesso la scuola non riesce a formare o non forma in numero sufficiente rispetto alla richiesta del mercato”.
“Per risolvere questo gap – ricorda Zoltan Daghero – da tempo siamo impegnati con percorsi di specializzazione intensivi con focus, in particolare, sull’ultimo miglio della formazione per aiutare le persone ad avere maggiori opportunità, divenendo più employable/impiegabili e spendibili grazie all’acquisizione di competenze più specifiche di settore”.
“Con le nostre academy www.gigroup.it/candidati/academy/ – precisa – cerchiamo di formare molte delle figure professionali richieste, intervenendo principalmente negli ambiti mechanical, engineering, telco, Ict, Gdo, leathergoods e tessile”.
“Nell’organizzare questi corsi gratuiti – spiega – cerchiamo di operare con il coinvolgimento del maggior numero possibile di stakeholders: oltre ai candidati e ai partner formativi, ingaggiamo le aziende che hanno manifestato la necessità di profili specifici e, quando possibile, scuole, associazioni e istituzioni, con l’obiettivo di costruire percorsi realmente rispondenti alle esigenze concrete di uno specifico distretto o settore”.
“Dopo 200 corsi – aggiunge Zoltan Daghero – realizzati tra il 2016 e il 2018, e oltre 2.000 persone formate con un tasso di inserimento in azienda dell’85%, crediamo che solo con questa modalità, aperta e di dialogo costante, si possano costruire le condizioni per la riduzione del mismatch, ed è su questo che continueremo ad investire anche per tutto il 2019”.
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