Una nuova tecnica di stampa 3D, che produce dispositivi con l’elettronica incorporata, grazie a uno specialissimo inchiostro. Quest’ultimo contiene infatti un mix di filamenti elettronici protetti da un rivestimento plastico, capaci di illuminarsi, oppure di percepire l’ambiente circostante o ancora di immagazzinare energia. La nuova tecnologia è descritta sulla rivista Nature Communication dal gruppo del Massachusetts Institute of Technology (Mit) coordinato da Gabriel Loke.
Il sistema utilizza le tradizionali stampanti 3D, modificate con un ugello speciale che funziona a una temperatura inferiore rispetto a quella utilizzata nella tradizionale stampa 3D. Grazie a questa caratteristica, viene parzialmente fuso solo lo strato esterno dell’inchiostro mentre l’interno, che contiene le fibre metalliche che fungono da conduttori e semiconduttori, rimane solido, con temperatura e funzioni elettroniche inalterate.
In pratica la superficie dell’inchiostro viene fusa quanto basta per consentire il processo di stampa, in modo da produrre una solida struttura tridimensionale. Il banco di prova della nuova tecnica è stata la stampa dell’ala di un modellino di aereo utilizzando un inchiostro elettronico in grado di emettere luce. “L’inchiostro usato per stampare l’ala conteneva otto materiali diversi, ma in linea di principio se ne potrebbero usare anche di piu'”, rileva Loke.
La tecnica, rileva, “e’ fino a tre volte più veloce di qualsiasi altra attualmente utilizzata nella stampa 3D e consente una maggiore flessibilita'”. Per questo motivo le applicazioni piu’ interessante potrebbero essere quelle in cui è essenziale la capacità di personalizzare con precisione ciascun dispositivo. Una di queste, osserva Yoel Fink, riguarda i dispositivi biomedici, come le protesi, in cui e’ importante abbinare con precisione il dispositivo al paziente.