Quella che si sta consumando in questi giorni, con l’uscita di Matteo Renzi dal Pd seguito – per ora – da 26 deputati e 15 senatori è sicuramente la prima scissione della storia politica che avviene via Whatsapp. «È la notte in cui gli amici e i compagni con cui hai lavorato molti anni abbandonano le chat dove discutevano di politica», avvertiva pubblicamente su Twitter il martedì dell’annuncio di Renzi in tv Emanuele Fiano. Renziano storico ormai ex, sa va sans dire.
Il pianto di Anna Ascani
Perché quasi nessuno degli oltre 110 deputati Dem eletti nel 2018, quando Renzi era segretario, può dire di non essere stato renziano. In fondo non può dirlo neanche Paolo Gentiloni, ora migrato a Bruxelles con beneficio dell’Italia come commissario agli Affari economici: prima della rottura avvenuta durante il suo mandato a Palazzo Chigi come successore di Renzi, Gentiloni è stato uno dei renziani più convinti. Come Lorenzo Guerini, Luca Lotti, Stefano Ceccanti, Alessia Morani, Anna Ascani: renziani doc fino a qualche settimana fa e alcuni di loro fino a due giorni fa. Ormai ex, certamente dopo una scelta dolorosa e per alcuni anche lacerante (Ascani ha detto di aver pianto tutta la notte).
L’onorevole ha abbandonato il gruppo
Basta leggere il messaggio mandato nella chat collettiva dei deputati Dem «Pd 2018» da Patrizia Prestipino, fino alle 21 di mercoledì sera in forse su se andare o restare: «Il Pd è casa mia, anche nei momenti più difficili per me. Tanto più ora che è la comunità del Pd ad essere in difficoltà. Ho appena finito una assemblea difficile con i miei, ma conto di riuscire a tenere dentro tanti dei miei. Sulla base di quanto di bello, in questi anni, abbiamo costruito a Roma insieme nel e per il Partito democratico. Buon lavoro a tutti noi. Guardiamo avanti, Con sensibilità e lungimiranza». Insomma, alla fine Prestipino resta. Proprio mentre via via arrivano sulla chat i messaggi di saluto di chi parte e, come avviene a tutti noi nelle chat dei genitori quando finisce il ciclo scolastico o un ragazzo cambia scuola, appare la scritta: «Ha abbandonato il gruppo».
Una separazione (forse) consensuale
Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Michele Anzaldi hanno «abbandonato il gruppo». Eccolo, il messaggio della «madrina» del renzismo: «È arrivato il momento di salutarci. Ho avuto modo di parlare con molti di voi spiegando i motivi della mia scelta. A tutti e a tutte, qui, vorrei dire grazie per il cammino che abbiamo percorso insieme. Abbiamo combattuto delle buone battaglie e molte le abbiamo vinte insieme. Ho incontrato persone perbene, competenti e appassionate. I legami personali restano, così come la stima, anche se le strade politiche si dividono. Un abbraccio e un grande in bocca al lupo», scrive Boschi. A leggere le parole di Boschi in chat, così come ad ascoltare lo stesso Renzi («Me ne vado senza rancore, il Pd è stata la mia casa per tanti anni, Zingaretti è un amico, me ne vado in allegria»), sembrerebbe una separazione tranquilla. Di quelle che talvolta decidono di fare le coppie che si vogliono ancora bene ma che si sono allontanate per i differenti percorsi della vita.
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