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Acqua: Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia in stato di allerta idrica  

Allerta idrica in Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia

“Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia in stato di allerta idrica”. Mentre “nel Sud Italia i maggiori bacini sono indirizzati al massimo riempimento”. In concomitanza con la Festa di San Benedetto, patrono dei bonificatori, l’Anbi fa il punto sullo stato delle risorse idriche del Paese, dove “è forte la preoccupazione per le future disponibilità d’acqua, permanendo un insufficiente apporto di pioggia ed un manto nevoso largamente inferiore ai quantitativi del periodo”.

“La situazione idrologica del Paese si è capovolta nel giro di pochi anni, obbligando a nuove strategie infrastrutturali, iniziando dal Piano Nazionale Invasi di cui, grazie all’impegno del Mit e del Mipaaft, stanno arrivando le convenzioni indispensabili all’avvio delle procedure di assegnazione dei primi 30 interventi; analogamente stanno per essere emanate le graduatorie degli interventi nell’ambito del Piano Irriguo Nazionale. La salvaguardia del patrimonio idrico, deve essere impegno comune verso una nuova civiltà dell’acqua”, evidenzia Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi), alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua.

A ben rappresentare la gravità del quadro – avverte Anbi – che potrebbe disegnarsi, stanti le attuali condizioni, è il bacino padano, dove la portata del fiume Po è indicativamente la metà della media del periodo (a Cremona: 538 metri cubi al secondo invece di 1086; a Boretto: mc/sec 616 invece di 1226; a Pontelagoscuro: mc/sec 770 invece di 1533) con l’inevitabile risalita del cuneo salino per oltre 10 km nel Po, che ha già contaminato le prese irrigue più vicine alla foce.

Ancora più evidente è la criticità del momento – continua Anbi – analizzando i dati di altri fiumi dell’Emilia Romagna, già protagonisti di disastrose alluvioni in anni recenti: l’Enza ha una portata di 0,06 metri cubi al secondo contro una media di 17,3; il Reno di mc/sec 2,89 contro una media di 25; il Secchia addirittura di mc/sec 2,02 invece di 31,2.

Analogo andamento si registra in Piemonte: infatti, se la Dora Baltea segnala solo 28 metri cubi al secondo invece di 31,1, ben più grave è la condizione del Tanaro (mc/sec 57 invece di 124,5) e della Stura di Lanzo (mc/sec 3,0 invece di 6,2). Di fronte a tale situazione e prevedendone solo un peggioramento, considerato anche l’inconsistente manto nevoso sulle montagne, Anbi fa sapere che è scattato l’invito a ‘sommergere’ le risaie entro fine aprile per evitare la successiva concomitanza con le esigenze irrigue del mais, creando al contempo una riserva idrica indispensabile per dissetare le campagne a valle nei mesi a venire.

In Lombardia sono i grandi laghi a dare il segno della crisi; tutti ampiamente sotto la media stagionale, indicano percentuali di riempimento insufficienti a garantire i molteplici interessi (le norme privilegiano l’uso agricolo dopo quello umano) gravanti su quelle acque: il Maggiore è al 28%, il lago di Como è al 7,6%, quello d’Iseo è al 15%, il lago d’Idro è al 13,8%.

Decisamente diversa è la situazione nel Sud Italia, dove i maggiori bacini sono indirizzati al massimo riempimento. In Puglia trattengono attualmente 284 milioni di metri cubi (l’anno scorso erano 243) su una capacità complessiva di 336; in Sardegna, l’acqua nei grandi invasi è pari a 776 milioni di metri cubi (l’anno scorso erano 556) su una capacità complessiva pari a 945 milioni di metri cubi; in Sicilia sono conservati 277 milioni di metri cubi (erano 192 nello stesso periodo 2018) su una capacità complessiva di 421; la Basilicata è la Regione meno ricca di riserva idrica: solo 422 milioni di metri cubi (erano 392, un anno fa) contro una capacità totale di 826 milioni di metri cubi.

“La Giornata Mondiale dell’Acqua 2019, attraverso lo slogan ‘Non lasciare nessuno indietro’, vuole porre attenzione sulla drammatica emergenza idrica, che colpisce ampie zone del Pianeta e che è primaria causa di flussi migratori; la complessità della congiuntura ambientale causata dai cambiamenti climatici è oggi riscontrabile anche nel nostro Paese, richiamando tutti ad un uso sostenibile della risorsa – avverte Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – Oggi più che mai, il nostro slogan ‘Il cibo è irriguo’ è di straordinaria attualità e sottolinea l’impegno responsabile dei Consorzi di bonifica ed irrigazione anche attraverso una continua ricerca applicata, ricordando che, in agricoltura, l’acqua si usa e non si consuma”.

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