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Agricoltura Biosonora. Le coltivazioni del futuro. Alle piante piace Mozart.

“In principio fu il Verbo”, anzi il suono. E proprio quel suono potrà aiutarci a crescere piante sane in terreni sani, per menti altrettanto sane. Altro che pesticidi, fertilizzanti e schifezze varie. La soluzione risiede nella musica. Bye Monsanto

Distese di monocolture si perdono a vista d’occhio lungo i confini del mondo, come disegni preconfezionati che si ripetono meccanicamente mettendo a tacere la fantasia e l’ispirazione.

Ti aggiri per le campagne del tuo territorio e se guardi da un lato vedi mais, mais, nient’altro che mais. Dall’altro vigne, un mare di vigne che paiono clonate, identiche le une alle altre. Del resto, siamo tanti e dobbiamo pur mangiare. Per sostenere il nostro ambizioso appetito, spesso e volentieri insaziabile, non bastano i saggi cicli della natura, perchè le nostre distese di campi, che somigliano più a fabbriche che a coltivazioni, si nutrono di additivi più che di sole e acqua.

Ma c’è chi , un po’ per gioco un po’ per fede, ha osato orientarsi in altri modi. C’è chi ha fatto delle vibrazioni il suo nutrimento e dei suoni i suoi alleati.

Chi l’avrebbe mai detto che i famosi musicisti della storia potessero contare numerosi fan appartenenti al regno vegetale?

Fin da tempi antichissimi gli sciamani nativi americani si servivano del canto come forma di cura e medicina. In ogni cultura troviamo delle ricorrenze rispetto all‘utilizzo della vibrazione sonora come e della musica come forma di guarigione.

E’ detta “Agricoltura biosonora” e nonostante siano già 50 anni che se ne conoscano gli incredibili effetti, è utilizzata pochissimo e pubblicizzata ancor meno. Nel lontano 1962 il Dott. TC Singh, del dipartimento di Botanica dell’Università di Annamali in India, decise di avviare una ricerca singolare osservando e sperimentando l’effetto dei suoni musicali sulle Balsaminacee.

Singh sottopose le piante a vari generi, partendo dalla musica classica per poi passare alla musica raga, tipica espressione della cultura indiana basata sull’onirico suono del sitar.

Ebbene, il resoconto fu a dir poco stupefacente: le piante esposte alla musica aumentarono il ritmo di crescita del 20% e la biomassa del 72%.

Simili esperimenti vennero condotti in Canada dal bitanico e ricercatore George Smith che decise di far ascoltare al suo mais la nota “Rapsody in blue” di George Gershwin 24 ore su 24. Le piantine sottoposte a musica pesavano il 40% in più di quelle normalmente coltivate.

Ma veniamo ai giorni nostri e soprattutto al nostro bel Paese. Tra le ridenti colline della Val d’Orcia un ex avvocato divenuto coltivatore e titolare di un’Azienda vitivinicola di Montalcino, qualche anno fa decise di sperimentare la “coltivazione musicale” delle sue piante, anziché servirsi dei consueti e poco sani metodi. Carlo Cignozzi e le sue terre ogni giorno sono abbracciate dalle soavi note di Mozart, trasmesse da dei diffusori resistenti agli agenti atmosferici e appositamente pensati per crescere i vigneti.

Più di 800 brani vengono emessi a ripetizione come un mantra potente e delicato, che accompagna le verdi creature verso una piena produttività. Le viti manifestano tutta la loro gratitudine rendendo al meglio: crescono più in fretta, maturando prima e meglio. Le frequenze musicali infatti non solo aiutano il metabolismo della pianta ma fungono anche da antiparassitari, poiché le vibrazioni hanno un vero è proprio effetto repellente tenendo naturalmente lontani gli insetti e i predatori.

Carlo afferma: “Come nella medicina il suono può contribuire a curare o alleviare le sofferenze di una persona aumentando la sua gioia di vivere, così anche nel mondo vegetale il suono può accrescere vitalità e vigore, in special modo sulla vite, pianta tra le più complesse e misteriose. Crescere la vigna con note musicali significa, in concreto, avere una piantagione più sana e protetta. Grazie al suono io esalto la qualità della vigna, dalla quale dipende al 70 percento la qualità del vino.”

Come affermò il fisico francese  Joel Sternheimer : “Tutto è vibrazione”. La vita, in ogni sua manifestazione, pur configurandosi sotto forma di materia, non è che il risultato di una danza meravigliosa. Il suono generato dalla creazione è insito in noi, ci accomuna tutti e perciò fa del bene, piante o umani che siano.

 

 

 

 

 

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