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Agricoltura e foreste: il binomio vincente per la tutela ambientale del futuro

Le linee guida nazionali per la lotta al degrado ambientale e la tutela delle produzioni agroalimentari

E’ stato inaugurato lunedì 17 aprile, presso la Sala dello Stabat Mater di Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna, il 216° Anno Accademico dell’Accademia Nazionale di Agricoltura. Dopo i saluti delle autorità la cerimonia è proseguita con la relazione del Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale di Agricoltura, “La dose fa la differenza: ambiente e forestazione”. Al termine della relazione il Prof. Cantelli Forti ha conferito all’On. Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, il titolo di Accademico Onorario con la consegna della storica medaglia accademica e della pergamena celebrativa, il quale ha poi tenuto un intervento sulla attuale situazione dell’agricoltura italiana.

Terminato l’intervento dell’On. Francesco Lollobrigida, il conferimento del titolo di Accademico Onorario è stato dato al Gen. C.A. Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri che ha, successivamente, inaugurato il 216° Anno Accademico tenendo la Prolusione dal titolo “L’Arma e le foreste nella sfida globale”.

“La conservazione dell’ambiente parte dal rilancio della montagna e dei boschi. I territori – ha esordito il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale Agricoltura – possono trarne beneficio a livello turistico, economico e anche ambientale perché boschi curati assorbono meglio la Co2. Un esempio concreto è quanto l’Accademia sta facendo, in sinergia con Fondazione Carisbo e Carabinieri forestali regionali, nello sviluppo del “Progetto Appennino”, che ha portato alla rinascita di uno storico castagneto a Granaglione sulla montagna bolognese. Oggi il castagneto, inserito nel Paesaggio storico rurale de “La Corona di Matilde”, è divenuto il primo Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale in Emilia-Romagna. Un luogo dove si fa ricerca scientifica studiando il rapporto tra alberi e ambiente, dove si curano alberi monumentali, le scuole organizzano visite didattiche e si producono alimenti a base di castagna. Un esempio virtuoso ed estendibile in tutta Italia, ma niente demagogia, servono volontà e azioni concrete che intervengano realmente sui territori.”

 Nel contesto agroalimentare globale, la ricerca scientifica e la formazione universitaria devono avere una visione internazionale. La politica – ha proseguito l’On. Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste deve collaborare con le diverse realtà della Nazione per migliorare il sistema produttivo agroalimentare. E in questo, la preziosa opera di ricerca dell’Accademia Nazionale di Agricoltura rappresenta una eccellenza italiana”.

 Con la prolusione di oggi ho voluto sottolineare l’importanza delle foreste nel garantire gli equilibri ambientali planetari e il ruolo che esse possono avere nel contrastare le criticità ambientali, sanitarie ed economiche globali, tenendo conto dell’azione quotidiana di cura, prevenzione e tutela svolta dai Carabinieri forestali nel settore. Questa azione quotidiana – ha proseguito il Gen. C.A. Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri – è caratterizzata dalla filosofia dell’agire localmente e pensare globalmente: dalla tutela del territorio a quella di fauna e flora, dal contrasto degli incendi boschivi a quello dei reati legati al ciclo dei rifiuti, dalla lotta agli inquinamenti di acqua, suolo e aria, alla salvaguardia delle aree protette. Tutte le attività contribuiscono in modo incisivo a perseguire gli obiettivi che l’agenda mondiale ha posto come priorità assolute per salvare il pianeta: lottare contro il cambiamento climatico, proteggere la biodiversità, arrestare i processi di degrado del suolo e di desertificazione. È importante che l’agricoltura e le foreste, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui esiste un’agricoltura che, oltre ad essere caratterizzata da elevatissima qualità e distintività, è anche tra le più virtuose a livello europeo per la sostenibilità ambientale, vengano viste come alleate nell’affrontare le sfide globali in atto.

La cerimonia è terminata con l’assegnazione di due importanti premi che vedono l’Accademia Nazionale di Agricoltura in prima fila nella promozione e divulgazione della ricerca scientifica in campo agronomico a livello nazionale: la quarta edizione del “Premio Filippo Re – Economia, Società, Ambiente, Territorio” e la prima edizione del “Premio Nazionale Giuseppe Loizzo”.

La quarta edizione del “Premio Filippo Re – Economia, Società, Ambiente e Territorio”, ha visto vincitore lo studio di Davide Andreatta del Dipartimento di Agronomia, Alimenti, Risorse naturali, Animali e Ambiente dell’Università di Padova, dal titolo “Detection of grassland mowing frequency using time series of vegetation indices from Sentinel-2 imagery”. Attraverso lo studio è stato sviluppato un algoritmo per la stima della frequenza di sfalcio dei prati utilizzando le immagini satellitari fornite dal satellite Sentinel-2 (S2) e la capacità computazionale della piattaforma Google Earth Engine (GEE). L’algoritmo è stato sviluppato e testato su prati situati nella provincia di Trento. I risultati studiati aprono numerose possibilità di applicazione; per esempio, le agenzie per i pagamenti dei sussidi in agricoltura potranno avere a disposizione uno strumento intuitivo e di facile utilizzo per la verifica dell’avvenuto sfalcio su tutte le superfici oggetto di contributo, riducendo notevolmente i costi e l’impegno necessario per i controlli e aumentandone l’efficacia e l’accuratezza. Il “Premio Filippo Re – Economia, Società, Ambiente e Territorio”, nasce con l’obiettivo di promuovere una costante evoluzione del ruolo dell’agricoltura per l’economia del Paese e le interazioni di questo settore con le sue dinamiche sociali, ambientali e territoriali. Nello specifico, il premio del valore economico di 2.500 euro, anche quest’anno è stato assegnato alla pubblicazione scientifica che, con approccio multidisciplinare, originale e con sguardo d’insieme, ha meglio indagato l’impatto del settore agricolo sul sistema economico nazionale. Il premio, intitolato al famoso botanico e agronomo italiano, primo segretario dell’Accademia e uno dei suoi più illustri padri fondatori, ha cadenza annuale ed è organizzato in collaborazione tra l’Accademia Nazionale di Agricoltura e Image Line.

“Per il quarto anno promuoviamo il Premio Filippo Re, diventato ormai un punto di riferimento per gli studi agronomici. Oggi – ha detto il Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente Accademia Nazionale Agricoltura – promuovere ricerche scientifiche che possono realmente portare benefici per la sostenibilità ambientale e le produzioni agricole, agevolando la sistematica transizione ecologica di tutto il comparto agroalimentare, è la strada per affrontare le sfide che il degrado ambientale ci sta ponendo davanti.  Un’agricoltura sostenibile, attenta alle esigenze del pianeta, alla qualità degli alimenti e alla salute dei consumatori è la sfida del futuro. Tale prospettiva si può raggiungere solo grazie alla ricerca scientifica e siamo orgogliosi di dare il nostro contributo nel promuovere lo sforzo dei giovani ricercatori che studiano in questi campi di grande importanza e attualità”.  


La collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura, giunta al quarto anno, ci rende particolarmente orgogliosi – ha sostenuto Ivano Valmori, CEO Image Line – perché anche questa edizione ci ha permesso di confrontarci con giovani talenti che hanno sottoposto all’attenzione della commissione, lavori eccellenti, frutto di studio, di analisi e di conoscenza dei territori e delle esigenze del mondo agricolo. Inoltre, l’edizione di quest’anno, focalizzata sugli effetti della transizione digitale ed ecologica in agricoltura, affronta un tema a noi particolarmente caro in quanto Image Line da più di trent’anni si occupa di agricoltura digitale. Osservare attraverso l’occhio attento dei nostri ricercatori gli effetti di questo processo in un contesto che presidiamo da anni, ci ha particolarmente coinvolto e interessato, mostrandoci ancora una volta la dedizione all’innovazione dei nostri giovani”.

Il “Premio Nazionale Giuseppe Loizzo” ha visto vincitore lo studio di Sara Francesconi, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali Università degli Studi della Tuscia, “Exploring novel green, high-tech and molecular mechanisms for the control and early detection of Fusarium head blight in durum wheat”. Il “Premio Nazionale Giuseppe Loizzo”, dedicato alle Tesi di Dottorato di ricerca in ambito cerealicolo, nasce con l’obiettivo di promuovere una costante evoluzione delle conoscenze scientifiche in ambito cerealicolo, valorizzando il contributo dei giovani ricercatori universitari su tale tematica. Nello specifico, il premio del valore economico di 5.00o euro, quest’anno è stato assegnato alla pubblicazione scientifica che, con approccio multidisciplinare, originale e con sguardo d’insieme, ha meglio indagato il mondo della produzione cerealicola nazionale. Il premio, dedicato alla memoria dell’Accademico Giuseppe Loizzo, ha cadenza annuale ed è organizzato in collaborazione tra l’Accademia Nazionale di Agricoltura e la famiglia Loizzo.

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