Pubblicato il: 04/02/2019 12:13
Quasi un punto di Pil (0,88%). Per un valore di 15 miliardi di euro, cioè la somma dello spreco alimentare di filiera, tra produzione e distribuzione, stimato in oltre 3 miliardi (21,1% del totale), e del food waste domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, che rappresenta quindi i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia e vale 11,8 miliardi.
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I dati sono stati diffusi in occasione della sesta Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio), durante l’evento di oggi ‘Zero waste. Zero Hunger’ presso la sede Fao di Roma, dal progetto 60 Sei Zero dell’Università di Bologna – Dipartimento Scienze e Tecnologie Agroalimentari con il ministero dell’Ambiente e la campagna Spreco Zero di Last Minute Market.
Anche se la fotografia dello spreco reale individua chiaramente la vera voragine nelle case, gli italiani non ne sono ancora del tutto consapevoli. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2019 di Last Minute Market/Swg, infatti, il 20% degli intervistati dichiara che si spreca soprattutto nel commercio (47%) e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (27%).
Sempre i dati Waste Watcher 2019 calcolano lo spreco casalingo percepito dagli italiani: il food waste mensile di ogni famiglia pesa 2,4 kg, circa 600 grammi settimanali, per un valore di 28 euro. Ma quali rimedi anti-spreco sono più frequentemente adottati dagli italiani? Il 65% esegue un controllo della dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% controlla la quantità di cibo prima di cucinarlo. Più di 1 italiano su 2 (52%) verifica l’edibilità prima di buttarlo, il 44% fa un test d’assaggio. Molti si dedicano a ricette con gli avanzi (48%), solo 1 italiano su 3 (34%) richiede al ristoratore un contenitore per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare e solo 1 italiano su 5 (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco.
Waste Watcher, Osservatorio nazionale sull’Economia circolare, la sostenibilità e gli sprechi, esamina anche le abitudini di acquisto: i negozi al dettaglio sono meno frequentati dai consumatori (18%), così come il mercato (15%) a favore di supermercati (7 italiani su 10) e ipermercati (3 italiani su 10). Da segnalare l’avanzata degli acquisti online, praticati dall’8% degli intervistati.
L’Osservatorio dà conto, poi, dei provvedimenti utili a contrastare lo spreco alimentare: più di 7 italiani su 10 ritengono che la via da percorrere sia quella dell’educazione alimentare (72%), il 26% propone packaging di nuova generazione e 1 italiano su 5 (20%) provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco del cibo.
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