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Pubblicato il: 23/01/2020 11:33
“In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e si ripresenta puntale ogni anno”. A segnalarlo i nuovi dati di Mal’aria, il report annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in città, che quest’anno scatta una triplice foto sul nuovo anno che si è aperto con città in codice rosso, sul 2019 e sul decennio che ci siamo lasciati alle spalle. Nelle prime tre settimane del 2020 Frosinone e Milano (19), Padova, Torino e Treviso sono i centri urbani che hanno superato per 18 giorni i limiti di PM10. Male anche Napoli (16) e Roma (15).
Un’emergenza smog che ha segnato anche il 2019, un anno critico sul fronte Mal’aria, con 54 capoluoghi di provincia che hanno superato il limite previsto per le polveri sottili (PM10) o per l’ozono (O3), stabiliti rispettivamente in 35 e 25 giorni nell’anno solare. In 26 dei 54 capoluoghi, il limite è stato superato per entrambi i parametri.
Torino con 147 giorni (86 per il 10 e 61 per l’ozono) è la città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge, seguita da Lodi con 135 (55 per PM10 e 80 per ozono) e Pavia con 130 (65 superamenti per entrambi gli inquinanti). E anche il decennio 2010-2019 ci lascia in eredità un bilancio negativo con il 28% delle città monitorate da Legambiente che hanno superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10.
Entrando nello specifico degli inquinati monitorati nel 2019 dalle campagne di Legambiente ‘PM10 ti tengo d’occhio’ e ‘Ozono ti tengo d’occhio’, emerge come lo scorso anno per il PM10 siano state 26 le città capoluogo di provincia che hanno superato il limite giornaliero (35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi metro cubo).
A guidare la classifica per le polveri sottili anche per il 2019 c’è Torino (centralina Grassi) con 86 giorni di superamento, seguita da Milano (Marche) con 72 giornate e Rovigo (centro) con 69. Seguono con 68 giorni Frosinone (scalo) e Venezia (Beccaria e Tagliamento), Alessandria (D’Annunzio) con 66 mentre Padova (Arcella) e Pavia (P.zza Minerva) si sono fermate a 65 giorni; Cremona (P.zza Cadorna) 64 e Treviso (S. Agnese) 62 chiudono la top ten del 2019.
Per l’ozono troposferico, un inquinante tipicamente estivo il cui limite previsto dalla legge è di 25 giorni all’anno con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore), nel 2019 sono state 52 le città italiane che hanno superato il limite dei 25 giorni: Lodi e Piacenza sono in cima a questa classifica con 80 giorni di sforamento ciascuno, seguite da Lecco (73), Bergamo (72), Monza e Pavia con 65.
Per quanto riguarda il periodo 2010-2019, nei 10 anni di campagna di Legambiente ‘PM10 ti tengo d’occhio’ su 67 città che almeno una volta sono entrate nella speciale classifica, il 28%, (19 città: Alessandria, Asti, Brescia, Cremona, Frosinone, Lodi, Milano, Modena, Napoli, Padova, Pavia, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Torino, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza) ha superato i limiti giornalieri di PM10 tutti gli anni, 10 volte su 10. Sei città (il 9%) hanno superato i limiti 9 volte su 10 mentre 8 città (il 12%) lo hanno superato 8 volte su 10.
Torino in questi 10 anni è stata prima 7 volte su 10 nella classifica, con 1086 giorni di inquinamento in città, mentre Frosinone, che nei dieci anni appena trascorsi è stata sul podio 7 volte, è la sola altra città ad aver sfondato il muro dei 1.000 giorni di inquinamento. Alessandria con i suoi 896 giorni di sforamenti nel decennio si colloca al terzo posto seguita da Milano (890), Vicenza (846 giorni) e Asti (836) che superano gli ottocento giorni oltre i limiti. Altre otto città (Cremona, Padova, Pavia, Brescia, Monza, Venezia, Treviso e Lodi) hanno contato più di due anni di ‘giornate fuorilegge’ (oltre i 730 giorni totali).
“Unica nota positiva – sottolinea l’associazione – il fatto che negli ultimi 10 anni (dal 2010 al 2019) si nota come nel corso degli anni ci sia stato un netto miglioramento del numero delle città oltre i limiti del PM10. Si è infatti passati dalle 62 città fuorilegge del 2010 alle 26 del 2019 con un trend più o meno costantemente in calo negli anni, ad eccezione di qualche annata particolarmente critica”.
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