Pubblicato il: 11/05/2020 15:16
‘Costruiamo insieme il mondo che verrà’. È questo il titolo della consultazione lanciata oggi dal Wwf Italia che attraverso il proprio sito web e canali social chiede a tutti i cittadini di esprimere la propria opinione sul mondo da costruire una volta che l’emergenza sanitaria legata al contagio da Covid-19 sarà superata.
La campagna ‘Il mondo che verrà’ chiede a tutte le persone di esprimere la propria opinione, la propria visione, le proprie speranze con un messaggio, una proposta da postare sul sito wwf.it.
“Di fronte alla crisi, è venuto il momento di scelte innovative per razionalizzare l’uso delle risorse naturali, migliorando i meccanismi di produzione (che devono diventare davvero sostenibili), i modelli di consumo (che non possono non essere responsabili) e i modelli sociali nel loro complesso – si legge nel manifesto – È venuto il momento che i sistemi naturali e i servizi che essi offrono all’umanità diventino un patrimonio comune. È venuto il momento di ridurre il debito naturale che continuiamo ad accumulare sulle spalle dei nostri figli”.
“Così come tutti insieme abbiamo affrontato la crisi sanitaria che ha provocato tanti lutti e tante difficoltà all’Italia ora tutti insieme abbiamo la necessità di costruire il ‘mondo che verrà’, ossia il mondo dopo il Covid-19”, osserva la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi.
“Abbiamo dimostrato grande coraggio e altruismo in questa prova che ci ha impegnato in una lunga serie di sacrifici per tutelare la nostra salute. Ora è il momento di dimostrare altrettanto coraggio e determinazione nel costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli – continua – Sia per quanto riguarda l’economia che per i nostri modelli di produzione e consumo dobbiamo ascoltare la scienza. Quella stessa scienza a cui ci affidiamo per superare il Coronavirus e che ci dice, da tempo, che scelte concrete e sostenibili per mettere al sicuro il nostro capitale naturale non sono rimandabili. Il mondo che verrà dipende da noi, perché noi siamo le scelte che facciamo“.
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