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Ambiente: in 15 spiagge trovati 1.136 rifiuti ogni 100 metri  

 

Più di 11 rifiuti ogni metro di spiaggia, di ogni forma, genere e dimensione. Arrivano i dati finali di “Se butti male… Finisce in mare!”, la seconda edizione del progetto educativo di Legambiente e Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, che in questi mesi ha coinvolto e visto impegnati 4.000 tra studenti, educatori, volontari e cittadini in Campania e Puglia.

Quindici gli arenili monitorati nelle due regioni, per una superficie complessiva di 35.850 metri quadrati: in totale è stata trovata una media di 1.136 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Nello specifico in Campania sono state monitorate 8 spiagge (9.750 rifiuti trovati per una media di 1.219 ogni 100 metri lineari) e 7 in Puglia (7.283 rifiuti, con una media di 1.040 oggetti ogni 100). La plastica, in entrambe le regioni, si conferma il materiale più trovato e rappresenta l’84,3% dei rifiuti monitorati; a seguire ci sono vetro/ceramica (4,3%) e gli oggetti in metallo (4%).

Oggi si è svolto l’appuntamento finale del progetto alla foce del fiume Sarno, tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia in Campania con la pulizia straordinaria della spiaggia di Rovigliano. Secondo Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, “ridurre nei prossimi anni i rifiuti sulle nostre spiagge e nei nostri mari non è una sfida impossibile, ma va affrontata con determinazione. L’Italia da questo punto di vista sta facendo spesso da apripista, anticipando le direttive europee su questo fronte. C’è bisogno però dell’impegno di tutti noi”.

“Dopo l’esperienza dello scorso anno in Sicilia, quest’anno abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi delle scuole di Campania e Puglia per renderli non solo partecipi del problema, ma anche e soprattutto per evidenziare le soluzioni che passano sempre di più su politiche di prevenzione e sensibilizzazione, su una corretta gestione dei rifiuti a partire dalla raccolta differenziata e dal riciclo per sostenere e promuovere l’economia circolare” conclude Ciafani.

La lotta al marine litter, dichiara Antonello Ciotti, presidente di Corepla, “inizia sui banchi di scuola. Da 20 anni il Consorzio è in prima linea nella promozione della cultura del riciclo dei cittadini di domani per contrastare la dispersione dei rifiuti in mare o sulle spiagge e trasformarli in nuove risorse con evidenti vantaggi ambientali, sociali ed economici. Questa iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività promosse da Corepla per monitorare lo stato di salute dei nostri mari e attivare nuove sperimentazioni di riciclo”

La Campania e la Puglia, aggiunge Ciotti, “detengono un patrimonio costiero unico, da preservare con una particolare attenzione ai fenomeni del littering; i dati del 2018 confermano che la direzione presa è quella giusta: in Puglia la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta di oltre il 20%, mentre in Campania ha raggiunto quasi 21 Kg per abitante (dato di poco superiore alla media nazionale). Ci auguriamo che le azioni collettive e le sinergie tra il mondo industriale, associativo e la società civile possano contribuire a raggiungere risultati ancora più ambiziosi”.

Tornando ai dati dell’indagine, nella top ten degli oggetti più trovati troviamo i pezzi di plastica con dimensione tra i 2,5 e i 50 centimetri (che rappresentano il 10,7% del totale): si tratta di rifiuti che sono il risultato della frammentazione di oggetti in plastica non più riconoscibili. Al secondo posto ci sono i mozziconi di sigaretta (9,7%) che rappresentano il 9,7% degli oggetti trovati, quasi un rifiuto ogni 10, e sono stati rinvenuti per la maggior parte (l’85%) nelle spiagge campane. Al terzo tappi, coperchi, anelli di plastica (7,5%).

Non mancano al solito i classici bastoncini cotonati di plastica per la pulizia delle orecchie (in Italia messi al bando dal primo gennaio di quest’anno) che rappresentano il 7,2% sul totale dei rifiuti monitorati. I pezzi di polistirolo, non riconducibili ad alcun oggetto riconoscibile, sono presenti per il 6%, e la stessa percentuale è rappresenta dalle bottiglie per bevande. Seguono le calze per la coltivazione dei mitili con il 5,7% e plastica monouso (4,6%).

A chiudere la classifica ci sono i materiali da costruzione (mattoni e mattonelle, ceramiche, calcinacci, fibra di vetro e materiale isolante, sono esempi dei rifiuti che rientrano in questa categoria) con il 3,2% sul totale dei rifiuti e infine buste e shopper con il 2,8%. Queste ultime due categorie di rifiuti sono state trovate per lo più sulle spiagge pugliesi. Da dove provengono questi rifiuti? La cattiva gestione dei rifiuti urbani resta la prima causa identificata della presenza di rifiuti sui nostri arenili, una categoria che include packaging (imballaggi, 31%), rifiuti da fumo (12%), materiali da costruzione (3%) e buste di plastica (3%).

 

 

Adnkronos.

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