Pubblicato il: 27/07/2020 14:45
Il suo nome dice poco, una sigla – M49 – ma è il soprannome che gli ha dato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a dire molto di più di questo orso: Papillon, da oggi nuovamente in fuga dopo essere evaso, ed è la seconda volta, da quella che evidentemente considera la sua prigione presso il Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento, dove era stato rinchiuso.
La prima volta, proprio un anno fa – era lo scorso luglio – Papillon fuggì scavalcando il recinto, questa volta ha divelto la rete. Insomma, proprio come il fuggiasco di cui porta il nome, Papillon non si ferma davanti a nulla pur di riacquistare la libertà. Una libertà che rischia però di scontrarsi contro le ragioni di sicurezza, e che divide già, dalla politica ai social, tra chi ne sottolinea la potenziale pericolosità e chi invece ne difende il diritto a vivere libero e in natura.
Tra questi, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha più volte ribadito la propria posizione in casi come questo. D’altra parte quel soprannome glielo ha dato lui e oggi come altre volte la sua idea rimane la stessa: “Ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura. Papillon ha il radiocollare e quindi è rintracciabile e monitorabile facilmente: non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili”. E per questo, chiede Costa, non deve essere rinchiuso e assolutamente non abbattuto. Papillon deve continuare a vivere”.
La pensano così non solo le associazioni animaliste (l’Oipa ha subito diffidato il presidente Fugatti dall’emanare una nuova ordinanza di abbattimento, così come ha fatto per l’orsa JJ4, abbattimento sospeso dal Tar), ma anche Michela Brambilla, ministra del Governo Berlusconi, oggi presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente: “Il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti non si azzardi a toccare M49, reo soltanto di amare la libertà (come tutti noi). Basta con atteggiamenti, e una politica, da Rambo, che disgustano gli italiani e non risolvono i problemi”, dice l’onorevole.
E i Verdi, contrari “a qualsiasi azione che possa mettere a rischio l’incolumità di M49” che chiedono “che sia aperta un’indagine interna per individuare eventuali responsabilità o negligenze”, fanno sapere Elena Grandi e Lucia Coppola, rispettivamente co-portavoce nazionale dei Verdi e consigliera della Provincia autonoma di Trento, entrambe esponenti di Europa Verde.
Per Coldiretti, invece, l’orso M49 è stato protagonista di 44 attacchi con l’uccisione di 40 animali tra mucche, cavalli, pecore e galline, e il suo è un caso “che rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio è ormai al limite”.
Adnkronos.