Le dimensioni contenute della città non hanno impedito ai vari amministratori comunali di dotarla di spazi esclusivi riservati ai ciclisti. ‘Corridoi’ di asfalto, delimitati da protezioni in ferro, a disposizione di chi ama spostarsi con questo mezzo
AOSTA – Bicicletta. Che passione! Il capoluogo regionale offre ai cultori di questa ‘due ruote’ ecologica poco meno di dieci chilometri di piste ciclabili; alcune immerse nel verde, altre in aree spaziose e accoglienti della città.
L’amministrazione comunale dispone, ad oggi, di quasi 5 milioni di euro per ampliare la ‘rete stradale’ a disposizione dei ciclisti. Cifra garantita da finanziamenti dell’Unione Europea (3 milioni) e dallo Stato italiano (1 milione e 800 mila euro).
Il progetto ‘Aosta in bicicletta’ verrà, quindi, sviluppato in arco di tempo che arriva fino al 2021 e include anche il ‘bike sharing’, servizio in vigore a partire da oggi. Una pianificazione di notevole entità per dotare il capoluogo regionale di nuovi percorsi riservate alle biciclette e di noleggio delle stesse.
“L’obiettivo – esordisce Andrea Paron assessore all’Istruzione, Mobilità e Decoro urbano – è di arrivare a diciassette chilometri di piste ciclabili, sia in città che in aree più decentrate del capoluogo.”
Quali sono le zone individuate?
“Gli interventi principali – annuncia – interesseranno la realizzazione del tratto stradale che da zona Montfleury arriverà in piazza della Repubblica, attraversando corso Battaglione Aosta e via Piccolo San Bernardo. Un secondo progetto riguarda la pista ciclabile che si snoderà lungo corso Lancieri. Costruiremo, inoltre, un raccordo di brevi tratti per unire via Roma e il parco Saumont.“
Di particolare interesse la possibilità di usufruire del servizio di biciclette ‘ a pedalata assistita’, a disposizione di tutti i cittadini. Ricorda l’assessore Paron: “Da anni residenti e turisti possono avvalersi delle biciclette pubbliche. Da oggi, potranno disporre del più attuale ‘bike sharing’. Conclude: “Il miglioramento della mobilità impegna l’amministrazione da molti anni. Intendiamo proporre alternative finalizzate a disincentivare l’utilizzo dell’automobile in un’ottica di ‘rispetto dell’ambiente’. Come avviene in molte altre città italiane ed europee.”