Annus Horribilis per l’apicoltura in Italia, a causa delle condizioni meteorologiche particolarmente avverse di questa prima parte dell’anno, con perdita di produzione di molti mieli, nello specifico per l’acacia al Nord. E’ quanto emerge dal monitoraggio dei dati produttivi per il mese di maggio condotto dall’Osservatorio Nazionale Miele, tanto che presidente nazionale della Federazione Apicoltori Italiani Raffale Cirone ha chiesto lo stato di calamità.
Il report, nell’analisi per regione e area geografica, segnala nel dettaglio che l’abbassamento della temperatura nella primavera 2019 ed il perdurante maltempo ha causato frequentissimi episodi di sciamatura. Si fa presente inoltre che in alcune zone i forti venti hanno causato danni agli alveari e le piogge hanno causato esondazioni di numerosi corsi d’acqua, nelle quali sono stati coinvolti interi apiari. Non sono mancati poi episodi – segnalano gli analisti – di spopolamento delle famiglie a causa di avvelenamenti da fitofarmaci, sia al Nord che al Sud.
La mappa regionale registra, nel Nord Ovest e Nord Est, una produzione scarsa di acacia o nulla nel Piemonte, mentre in Lombardia, in pianura, rese da 0 a 5 kg/alveare e inferiori a 10 kg/alveare. In collina e in montagna non si è registrata alcuna produzione e si continua – spiega una nota – a nutrire le api. Molto limitata la produzione di miele di acacia in Emilia-Romagna. Il danno per l’intera area produttiva è ritenuto molto alto, anche se è presto – dicono gli esperti – per una quantificazione dello stesso. Analoga la situazione nel Centro Italia, con una una perdita stimata superiore al 70% di miele primaverile (acacia compresa).
La situazione migliora al Sud, ma non per tutte le regioni. Bene in Basilicata per miele di agrumi, soprattutto sulla costa ionica, e per miele di sulla. In Sicilia la produzione è valutata scarsa, con un livello massimo di 15 kg/alveare. In Sardegna, a parte qualche zona, si stima una produzione di miele in calo del 50%. Ci sono “danni – scrive in una nota Cirone – per almeno 25-50 milioni di euro, introiti di cui quest’anno gli apicoltori dovranno fare a meno”. E aggiunge: “nel Nord-Italia, come in buona parte del restante territorio nazionale, la situazione è insostenibile”. Il presidente Cirone sostiene che “le aziende a vocazione economica sono allo stremo, servono nutrizioni supplementari, o le api rischiano di morire di fame”.
Il presidente precisa inoltre che “urge un pronto soccorso almeno per la mancata produzione di miele, e prima che sia troppo tardi per la sopravvivenza delle nostre migliori realtà produttive”. “Una richiesta d’aiuto che non può e non deve restare inascoltata – sostiene ancora -: l’apicoltura è preziosa risorsa dell’agricoltura italiana, e non va lasciata nel pantano”. La Federazione specifica infine che in questi casi interviene il Fondo di Solidarietà Nazionale e che gli agricoltori ricevono indennizzi per danni da maltempo. “Il 2019 – conclude la Fai – è l’anno in cui questi meccanismi vanno attivati, stimando l’entità dei danni subiti, stanziando le risorse e semplificandone l’erogazione”.