In questi giorni non si fa altro che parlare di cambiamenti climatici e di appennini senza neve e lo si sta facendo come se ciò non fosse mai accaduto.
D’altronde il meteorologo aquilano Stefano Bernardi lo aveva ampiamente previsto nel suo ultimo editoriale allorquando prevedeva per le festività natalizie l’arrivo, meteorologicamente parlando,dell’Africa .
Sul tema il noto meteorologo ci è tornato su nella diretta facebook del suo oramai famosissimo e consueto format meteo del venerdì sera ( chi vuole può rivederlo cliccando https://fb.watch/hLA3n-jNAI/ ) e lo ha fatto tuonando contro chi, nel formulare versioni giornalistiche pericolosamente fuorvianti, non ha fatto altro che disorientare i turisti spingendoli a dirottare altrove e al costo di pesanti disdette il loro desiderio di vivere la vacanza montana senza poter sfruttare le alternative alla neve e ne avrebbero avuto ben donde visto che il solo esserci nella regione dei parchi basterebbe per inebriare il corpo e la mente.
Eppure Bernardi lo aveva detto e più volte ripetuto che annate meteo come questa ce ne sono state tante e se non ci fosse stato la libecciata dei giorni scorsi nessuno ne avrebbe parlato.
Il professionista abruzzese ora non ha certo annunciato imminenti nevicate ma non è detto che l’inverno non faccia vedere il suo vero volto nelle prossime settimane.
Dei segnali di cambiamento ci sarebbero pure seppur si viva in un contesto di predittività.
Che una riscossa ci possa essere lo dimostra il fatto che nel periodo che va a cavallo tra metà dicembre e metà gennaio il vortice polare ( famoso per essere il centro motore dell’inverno e tanto più esso è forte tanto più il regime anticiclonico regna sovrano sull’Italia) notoriamente raggiunge la sua massima maturazione. È presumibile, quindi, che prima o poi qualcosa nello scenario sinottico generale possa accadere d’altronde una simile situazione si è avuta nel 1956 e tutti sappiamo com’è andata a finire.
Bene fa Bernardi a bacchettare chi con eccessiva facilità parla di riscaldamento climatico e senza pensare ai danni che potrebbe produrre.
D’altronde l’Abruzzo nella sua bandiera oltre al bianco della neve di colori ne ha altri due il verde dei suoi fiabeschi boschi e il blu del suo splendido mare. A buoni intenditori…poche parole!