Pubblicato il: 31/01/2019 17:20
Eventi meteo estremi interessano i due emisferi, dal freddo record negli Usa al caldo intenso in Australia. “Queste due parti del mondo stanno vivendo una situazione particolarmente impegnativa”, spiega all’Adnkronos Massimiliano Pasqui fisico dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr.
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“Queste due tipologie di eventi estremi sono connesse al contesto del cambiamento climatico, cioè sono eventi che vengono accentuati dal cambiamento climatico“, continua.
“Siamo ancora una volta di fronte a evidenze di come sta cambiando il clima sul nostro Pianeta e ancora di più siamo chiamati a chiarire quali siano le scelte di cambiamento che dobbiamo fare nel nostro stile di vita e nella nostra economia. Siamo chiamati ancora una volta dalla realtà dei fatti a dover prendere delle decisioni adesso e a non rimandarle perché questa cosa non ha senso”, sottolinea.
Quanto sta avvenendo in Australia, alle prese con un caldo eccezionale e le sue conseguenze in termini di siccità, incendi e disagi alla popolazione, “è legato al fatto che quella è una zona in cui le ondate di calore estive stanno aumentando come avviene, ad esempio, nel Mediterraneo. E’ una delle caratteristiche dell’impronta del cambiamento climatico in quella zona“.
Mentre la discesa di aria gelida sugli Stati Uniti “è stata favorita da un’anomalia in stratosfera e anche questa situazione è connessa al cambiamento climatico”. In Nord America, dove il gelo sta sferzando diversi Stati, “c’è una massa d’aria particolarmente fredda, di origine polare, che è scesa di latitudine e si trova adesso a stanziare su gran parte degli Stati Uniti centro-orientali con temperature che rispetto alla norma del periodo sono intorno ai 20 gradi in meno, una cosa molto significativa, vasta e soprattutto compatta”, chiarisce.
Tra fine dicembre e primi di gennaio, infatti, “si è venuta a creare una forte anomalia” che ha portato “un cambiamento della circolazione che ha interessato la stratosfera, la parte alta dell’atmosfera dai 20 ai 50 km rispetto alla superficie”.
“Questa anomalia di circolazione, sopra al circolo polare artico, ha delle ripercussioni anche nella parte bassa dell’atmosfera e in particolare favorisce la discesa di masse di aria molto fredda verso sud e può favorire la risalita di aria più mite da sud verso nord. Favorisce gli scambi latitudinali”, continua. Per questo motivo, “una massa d’aria di origine polare è scesa più a sud coinvolgendo gran parte degli Stati Uniti centro-orientali”.
“In Australia abbiamo una situazione diametralmente opposta: siamo nel periodo dell’estate australe, un periodo caldo caratterizzato da una situazione che, da alcune settimane, si sta prolungando in termini di persistenza di ondate di calore. Con temperature che localmente hanno superato anche i 40 gradi, che non rappresentano dei record assoluti ma una situazione meteorologica estrema”, spiega Pasqui.
In pratica, aggiunge, “stiamo guardando due eventi meteorologici, cioè che hanno una scala temporale di alcuni giorni o un paio di settimane, che però noi possiamo interpretare nel contesto climatico. Per quanto siano due eventi diametralmente opposti possono essere contestualizzati a livello climatico attraverso il concetto degli eventi estremi quindi situazioni che si discostano fortemente dalla normalità. Questo tipo di eventi sono accentuanti dal cambiamento climatico in atto“.
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