Pubblicato il: 09/08/2019 14:27
I cambiamenti climatici uccidono il corallo. A stabilirlo, un team di ricercatori (University of New South Wales, University of Newcastle, University of Technology Sydney, James Cook University e il Noaa – National Oceanographic and Atmospheric Administration) il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology. I ricercatori hanno stabilito che le frequenti e intense ondate di calore rappresentano una minaccia, per le barriere coralline, peggiore di quanto si pensasse finora.
Per la prima volta, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che questi eventi climatici causano una repentina morte del corallo che avviene nel giro di poche settimane, mettendo a rischio anche l’esistenza di tutte quelle forme di vita marine per le quali la struttura dei coralli rappresenta una casa. Basta un aumento della temperatura di mezzo grado Celsius per influire sulla mortalità dei coralli, durante i fenomeni di sbiancamento.
Le alte temperature dell’acqua sarebbero infatti responsabili dello ‘sbiancamento’ dei coralli, un fenomeno che abbiamo imparato a conoscere e che danneggia le microscopiche alghe che vivono all’interno dei coralli fornendo loro energia e conferendo il colore del corallo. Ma i due eventi (la mortalità indotta dalle ondate di calore e sbiancamento) devono – dicono gli scienziati – essere distinti.
A preoccupare è che le ondate di calore marine e lo stress termico stanno diventando sempre più gravi e rapidi, impattando sull’ecosistema più di quanto questo riesca a sopportare. Dopo un’ondata di calore, lo scheletro del corallo viene “immediatamente colonizzato da alghe e batteri che crescono rapidamente – spiega Bill Leggat, coautore dello studio e professore associato all’Università di Newcastle – Le conseguenze sono devastanti non solo per il tessuto animale, ma anche per lo scheletro che viene rapidamente eroso e indebolito”.
“Finora – aggiunge Tracy Ainsworth, co-autrice dello studio e professore associato presso l’Università del Nuovo Galles del Sud – lo sbiancamento dei coralli è stato considerato un evento durante il quale la relazione simbiotica tra il corallo e i suoi microbi si interrompe togliendo al corallo la principale fonte di nutrimento, causandone la morte se questa simbiosi non viene ripristinata. Ma quello che stiamo osservando ora è che le ondate di calore possono causare un impatto molto più grave dello sbiancamento dei coralli”. Insomma, con le alte temperature il corallo muore e non resta che il suo scheletro.
Lo studio è stato condotto durante i massicci eventi di riscaldamento oceanico registrati nel 2016 e nel 2017 nella regione della Grande barriera corallina e che hanno innescato il fenomeno dello sbiancamento dei coralli uccidendone da un terzo alla metà.
La Grande barriera corallina al largo della costa nord-orientale dell’Australia, è il più grande sistema di coralli del mondo (copre un’area più ampia dell’Italia) ed è uno degli ecosistemi ricchi di biodiversità del pianeta.
Negli ultimi 20 anni, ha subito quattro eventi di sbiancamento di massa, tutti attribuiti al riscaldamento globale. Secondo la Great Barrier Reef Marine Park Authority, se le attuali emissioni di gas a effetto serra non verranno ridotte, la Grande Barriera corallina si sbiancherà due volte a decade dal 2035 e ogni anno a partire dal 2044.
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