Pubblicato il: 22/01/2020 13:07
Missione compiuta. La traversata scientifica East Antarctic International Ice Sheet Traverse (Eaiist) è partita dalla stazione italo-francese Concordia il 7 dicembre 2019 in direzione Polo Sud ed è rientrata nella stessa base il 17 gennaio 2020.
Composta da 10 persone, 2 italiani e 8 francesi – spiega una nota – il gruppo di ricercatori ha attraversato 800 km di plateau antartico fino a raggiungere l’area delle ‘megadune’ antartiche.
Sono stati raccolti campioni di neve, sia superficiali che profondi, che consentiranno di migliorare le conoscenze sui fenomeni di circolazione atmosferica e di trasporto all’interno del continente, nonché di verificare l’arrivo di contaminanti di origine antropica. Sono state inoltre installate sei nuove stazioni sismiche equipaggiate con sensori a larga banda e cinque nuove stazioni Gps che permetteranno uno studio degli eventi sismici e micro-deformazioni connessi alle dinamiche glaciali.
Sono stati poi realizzati rilievi fotogrammetrici superficiali del plateau e georadar per un totale di circa 1.200 km, per lo studio dell’accumulo nevoso e la stratificazione nelle diverse aree attraversate. La storia climatica dei siti attraversati sarà ricostruita attraverso lo studio e l’analisi dei quasi 1.000 m di carote di ghiaccio raccolte.
Le misure al suolo saranno poi correlate con i dati da satellite e completate da studi di laboratorio.
Sul tema dei cambiamenti climatici, una delle incognite maggiori riguarda l’impatto del riscaldamento globale in Antartide – continua la nota – Una fusione accelerata della calotta polare è già stata rilevata dalla comunità scientifica, soprattutto nelle zone costiere, ma secondo alcuni modelli di circolazione atmosferica, il riscaldamento potrebbe essere accompagnato anche da precipitazioni più intense sul continente bianco.
Se questa ipotesi fosse vera, la perdita di massa della calotta glaciale potrebbe essere in parte controbilanciata dall’aumento di precipitazione nevosa. Conseguentemente, il fenomeno dell’aumento del livello dei mari potrebbe essere stimato in modo più accurato. I dati raccolti dal progetto Eaiist serviranno agli scienziati francesi, italiani e australiani per verificare l’attendibilità di questa ipotesi, controllando se sia realmente aumentato l’accumulo di neve sul plateau antartico.
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