Grazie al Bus Rapid Transit si potrà utilizzare un mezzo che dà priorità di passaggio al trasporto pubblico, garantendone la regolarità e la tempestività dei collegamenti. Il 98 per cento dei passeggeri usa il trasporto privato
Sono molti i progetti avviati in questi ultimi anni per risolvere i problemi di traffico della Val di Fassa. Fra i più innovativi vi è senza dubbio quello del Bus Rapid Transit, ovvero un sistema che dia priorità di passaggio al trasporto pubblico, garantendone la regolarità e la tempestività dei collegamenti. Oggi pomeriggio, nella sede del Comun generale de Fascia, a Sèn Jan di Fassa, è stato presentato alla comunità uno studio che esplora la compatibilità tecnico-funzionale di una linea Bus rapid transit, con le caratteristiche di quest’area e le specificità della domanda di trasporto che essa esprime. “Si tratta – ha spiegato l’assessore provinciale alle infrastrutture, che ha partecipato alla presentazione – di un progetto fortemente innovativo che prevede corsie riservate e sistemi semaforici di controllo del traffico per preferenziare il mezzo pubblico rispetto a quello privato, a garanzia della regolarità e della velocità del servizio. Così facendo, residenti e turisti troveranno più conveniente privilegiare l’utilizzo dei mezzi pubblici, perché disporranno di un servizio efficiente, flessibile e puntuale. In questo senso va il progetto Bus Rapid Transit, un modo diverso di muoversi in una zona di delicata dal punto di vista ambientale come quella delle valli dell’Avisio”.
Nel giorno feriale invernale, sulla sezione della SS.48 tra Predazzo e Canazei, transitano circa 25.000 passeggeri di cui il 2% su trasporto pubblico e il 98% su trasporto privato. Per ottenere un miglioramento del traffico, sarebbe indispensabile aumentare le modalità di trasporto pubblico almeno al 15%. L’esigenza di un potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico si manifesta con particolare evidenza nei periodi di massimo afflusso delle stagioni turistiche invernale e, soprattutto, estiva, quando la rete stradale presenta notevoli criticità.
Lo studio presentato oggi, sulla scorta degli incoraggianti risultati raggiunti grazie al potenziamento del servizio autobus in Val di Fassa e preso atto dell’urgenza di offrire un’alternativa modale alla domanda prevalente espressa dall’area oggetto di studio e delle sue fluttuazioni, si pone l’obiettivo di valutare una soluzione fattibile in tempi rapidi e con risorse relativamente contenute che garantisca, nel contempo, la possibilità di integrazione o evoluzione in soluzioni più articolate e complesse.
Le aree in cui i centri abitati sono collocati prevalentemente lungo il tracciato della SS.48 costituiscono il contesto ideale per l’operatività un sistema di trasporto pubblico in grado di coniugare regolarità di marcia e capillarità del servizio. La sede riservata al BRT in campo extraurbano, a differenza dei sistemi in sede fissa (LRT), può essere realizzata in maniera selettiva, in funzione delle perturbazioni di traffico statisticamente rilevanti.
I punti di forza del BRT nelle Valli dell’Avisio:
– costi di investimento contenuti (circa 50 milioni di euro);
– costo di gestione paragonabili al trasporto su gomma
convenzionale;
– rapidità di realizzazione (3 anni per l’intero progetto);
– facilità di inserimento in contesti urbani e possibilità di graduazione
dell’infrastrutturazione della sede;
– possibilità di infrastrutturazione progressiva senza pregiudicare lo
svolgimento del servizio offerto sull’intera relazione di traffico;
– capillarità dell’accessibilità e assenza di barriere architettoniche;
– accessibilità diretta ai principali poli attrattori di traffico (centri storici, aree
commerciali, principali impianti funiviari);
– interscambio «a marciapiede» con le altre linee automobilistiche ordinarie
– possibilità di integrazione con il futuro potenziamento della rete stradale e/
o evoluzione del BRT in Metrotramvia extraurbana.