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Contro lo strapotere della grande distribuzione alimentare. “Alveare che dice sì” cerca gestori

La spesa di quartiere passa per il web: l’Alveare che dice Sì, la rete di gruppi d’acquisto che permette di comprare direttamente dai piccoli produttori locali conta ad oggi 160 Alveari in Italia. E cerca nuovi Gestori

(TerraNuova)

Donatella è romana, è madre e ingegnere specializzato in progettazione di ponti in precompresso. Aurélie è marsigliese ma abita a Milano, dove lavora come consulente e cura un blog a tema ambientale. Mario aveva un negozio bio e ora è un pensionato con la passione per l’ecologia e per le nuove tecnologie. In comune hanno la passione per il cibo sano e il fatto che sono tutti Gestori d’Alveare.

Ma che cos’è un Alveare, e che cosa vuol dire gestirne uno?

Un modo di fare la spesa che mette in contatto diretto chi produce con chi acquista. Puntando tutto su filiera corta, rispetto dell’ambiente e piccola produzione locale. Questo è L’Alveare che dice Sì. Ogni Alveare è un gruppo d’acquisto, una comunità di persone che si unisce per comprare frutta, verdura, pane, formaggi e altri prodotti alimentari direttamente dai produttori del territorio. Il Gestore è una figura chiave di ogni Alveare: è lui infatti a riunire le comunità, selezionare i produttori, gestire le vendite attraverso il sito. Diventando così il punto di riferimento della spesa genuina nel quartiere.

Entrare a far parte della comunità di un Alveare è semplice: si visita il sito www.alvearechedicesi.it  , si controlla sulla mappa qual è la casetta gialla più vicina a casa, ci si iscrive gratuitamente e, quando lo si vuole, si fa la spesa online. Senza abbonamenti né minimi d’ordine. Detta così sembrerebbe un classico e-commerce, ma negli Alveari c’è qualcosa in più: qui la componente umana e sociale non va persa, anzi, rimane importantissima.

Il giorno della distribuzione infatti, nel luogo fisico che ospita l’Alveare (un bar, un ristorante, un centro associativo…), i produttori arrivano a consegnare di persona la spesa ai clienti, creando un piccolo mercatino effimero che dura in tutto un paio d’ore al più. Un momento di socialità in cui ogni membro dell’Alveare può conoscere e confrontarsi con gli altri iscritti, con i produttori e con persone come Donatella, Mario, Aurélie e come gli altri 160 Gestori d’Alveare in tutta Italia.

Un piccolo reddito complementare

Come compenso per il suo impegno ogni Gestore guadagna il 10% delle vendite settimanali del suo Alveare. Un piccolo introito, che però può diventare un interessante reddito complementare. E fare il Gestore per qualcuno è già diventata un’attività a tempo pieno: come per Ileana, che gestisce due Alveari a Milano.

“Il gestore di un Alveare diventa un punto di riferimento per la comunità e per i produttori che sposano il progetto”, dice Ileana. “Ci vuole impegno e passione, ma si ottengono risultati bellissimi anche in termini di condivisione e sinergia”. Mentre Eva, che gestisce un Alveare a Siena e che ora sta provando ad aprire il secondo poco distante aggiunge: “A febbraio 2017, al quinto mese di gravidanza ho deciso di lanciarmi in questa impresa perché avendo giá un figlio e una bimba in arrivo sentivo la necessità di trovare un sistema comodo che mi agevolasse nel fare i miei acquisti genuini. Ora Marta sta cominciando a mangiare le prime pappe con alimenti sani e garantiti, non potrei chiedere di meglio”.

Per fare il Gestore non ci sono limiti di età o di esperienza. Basta avere la voglia di vivere una vita più vicina all’alimentazione sostenibile, all’agricoltura locale e all’ambiente.

Per avere maggiori informazioni su come aprire un Alveare è sufficiente visitare il sito www.alvearechedicesi.it  e cliccare su “Aprire un Alveare” o scrivere all’indirizzo assistenza@alvearechedicesi.it

www.alvearechedicesi.it 

www.facebook.com/LAlveareCheDiceSi 

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