Pubblicato il: 16/12/2019 13:57
Tutto rimandato, sempre che il Pianeta possa aspettare. Nonostante le richieste di azione immediata più volte avanzate dalla comunità scientifica, dei Paesi più vulnerabili, della società civile e di milioni di giovani di tutto il mondo, la Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul Clima delle Nazioni Unite si è conclusa a Madrid senza progressi significativi.
Rinviate le decisioni sul mercato del carbonio, nessun meccanismo finanziario aggiuntivo previsto per tutelare i Paesi più poveri dai danni e dalle perdite dovuti al cambiamento climatico mentre gli impegni assunti per la mitigazione del surriscaldamento globale provengono da Paesi che sono responsabili solo del 10% delle emissioni globali, mentre quelli più inquinanti (tra gli altri, Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Giappone, Brasile, Arabia Saudita) si sono sottratti alle proprie responsabilità bloccando i progressi.
Insomma, sebbene questa conferenza fosse stata definita la “Cop dell’ambizione”, a Madrid è mancata la volontà politica necessaria a rispondere alle indicazioni della comunità scientifica.
Lo ammette per primo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che si è detto “deluso dai risultati di Cop25” e in un tweet denuncia che “la comunità internazionale ha perso un’importante opportunità per mostrare una maggiore ambizione in materia di mitigazione, adattamento e finanza per affrontare la crisi climatica. Ma non dobbiamo arrenderci e non mi arrenderò”.
E lo ammette anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Siamo soddisfatti del risultato? No. Bisogna essere onesti. In queste ore tutti stanno parlando di tutto ciò che non è stato ottenuto e questo ci rammarica, perché molte di queste cose sono vere. Non possiamo ritenerci soddisfatti, però voglio dire che L’Europa, e quindi l’Italia hanno spinto per ottenere molto di più. Chiaramente questo ci carica ancora più di responsabilità per il 2020 dove durante la Pre-Cop a Milano faremo di tutto per portare a casa il risultato”.
Forte la delusione da parte di attivisti e associazioni.
Per Greta Thunberg, “la scienza è chiara, ma la scienza viene ignorata. Qualunque cosa accada, non ci arrenderemo mai. Abbiamo appena iniziato”. Oxfam parla di un vertice “totalmente paralizzato in negoziazioni tecniche che non hanno portato a nessun risultato di rilievo, malgrado le attese” e le cui conclusioni “non affrontano l’emergenza che colpisce soprattutto i Paesi più poveri del pianeta, dove centinaia di milioni di persone devono la loro sopravvivenza alla capacità di resistere e risollevarsi da catastrofi climatiche sempre più estreme, imprevedibili e frequenti”.
Per Manuel Pulgar-Vidal, Wwf clima ed energia, “nonostante gli sforzi della Presidenza cilena, la mancanza di impegno per accelerare e incrementare l’azione climatica da parte dei grandi paesi produttori di emissioni era troppo forte. La loro posizione è in netto contrasto con la scienza, con le crescenti richieste provenienti dalle piazze e i duri impatti già avvertiti in tutto il mondo, in particolare nei paesi vulnerabili”.
“L’esito di questa Cop è totalmente inaccettabile – denuncia Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International – Ha messo in luce il ruolo che gli inquinatori rivestono nelle scelte politiche e la profonda sfiducia dei giovani nei confronti dei governi”.
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