Pubblicato il: 07/05/2020 11:24
Gli italiani sono favorevoli all’utilizzo delle app come strumento di lotta al coronavirus, pur con qualche timore per quanto riguarda la privacy. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata da Altroconsumo su 1.132 soggetti, di età compresa fra i 18 e i 74 anni, dalla quale emerge che più del 70% degli intervistati ha già scaricato un’applicazione o è intenzionato a farlo, il 66% si dichiara predisposto all’utilizzo dell’app Immuni e per il 73% degli utenti la condivisione di dati personali può contribuire a salvare delle vite.
Vediamo lo studio nel dettaglio. Per quanto riguarda il download di app dedicate a gestione, tracciamento e contenimento del coronavirus, più del 70% dei soggetti è intenzionato a scaricare una app o l’ha già fatto. Quasi il 20% dei rispondenti ha già scaricato uno dei software disponibili e il 55% è intenzionato a farlo. Tipologie: la maggior parte utilizza app che offrono informazioni sul virus (64%) o statistiche sul contagio (62%).
Già da questa prima fase di analisi emerge la forte predisposizione delle persone ad adottare misure tecnologiche legate alla situazione sanitaria. Infatti, quasi il 40% sostiene anche di aver scaricato app che richiedono la condivisione di dati personali e il 28% ha persino acconsentito alla geolocalizzazione.
App e anonimato: 1 italiano su 2 è favorevole all’utilizzo in forma non anonima di app che certificano l’immunità dal Covid-19. Sebbene ci sia una tendenza a preferire l’utilizzo delle piattaforme in forma anonima, l’inchiesta mostra che per quanto riguarda alcuni tipi di app, i soggetti sono disposti anche a rendere nota l’identità.
La maggior parte degli intervistati utilizzerebbe un’applicazione che dimostri l’immunità dal coronavirus sia in forma anonima (64%) che non (52%). Anche nel caso in cui fosse obbligatorio per i positivi al virus scaricare una app per monitorare il rispetto della quarantena da parte dei contagiati, il 65% degli intervistati sarebbe favorevole all’utilizzo in forma anonima e il 51% anche rendendo nota l’identità.
Sanità e privacy: dai risultati dell’indagine di Altroconsumo, emerge la disponibilità degli utenti verso la condivisione di informazioni in questo momento di necessità. Il 68% degli italiani sostiene infatti che l’uso di dati personali può essere di grande utilità per controllare la diffusione del Covid-19. Ma il tema della privacy preoccupa. L’84% si dichiara, infatti, d’accordo nel ritenere che i dati non siano mai realmente anonimi e che ci sia sempre un modo per risalire alla fonte. Inoltre, il 64% degli intervistati mostra la sua preoccupazione riguardo alle conseguenze che la crisi in corso possa avere sui diritti di privacy.
La maggior parte spera che sia possibile trovare una tecnologia che utilizzi i dati privati per fronteggiare le problematiche legate al coronavirus e che allo stesso tempo protegga la privacy degli utenti (73%). Comunque, più della metà dei rispondenti sarebbe d’accordo con la raccolta in forma anonima della posizione tramite i dati Gps delle compagnie telefoniche, per tenere traccia dei comportamenti nella mobilità delle persone; il 30% lo farebbe anche senza anonimato. Insomma, nella scelta fra privacy e salute gli italiani sembrano dare più importanza alla salute.
Alla domanda “Se le autorità richiedessero il download di una app richiedendo l’accesso a informazioni sui movimenti e la geolocalizzazione, cosa faresti?”, il 22% la scaricherebbe se obbligatorio, mentre il 40% lo farebbe anche se non lo fosse. Di questi l’85% terrebbe l’applicazione sempre attiva.
”Se il presupposto per l’efficacia di Immuni è l’utilizzo da parte di una percentuale consistente della popolazione (si parla di una soglia del 60%), il Governo deve da subito, prima ancora della messa in esercizio della applicazione, avviare una campagna di comunicazione attraverso tutti i canali disponibili (TV, radio, internet, posta) per diffondere la conoscenza dello strumento, chiarirne le funzionalità ed il periodo di utilizzazione da parte dei cittadini così da instaurare un clima di piena fiducia”, commenta Ivo Tarantino, responsabile delle relazioni esterne Altroconsumo.
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