Il richiamo della natura non è mai stato così forte come nell’ultimo anno. Dopo settimane vissute tra le mura domestiche e ore trascorse passando da uno schermo all’altro, infatti, moltissime persone hanno scoperto o riscoperto la passione per il verde. A confermarlo anche un’indagine dell’Osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma*, secondo la quale il 7% degli italiani ha iniziato a praticare giardinaggio proprio durante il lockdown, alzando il numero di green lovers dai 16 milioni del 2019 ai 19 milioni del 2020.
Se nelle città si riscopre la passione per piante e fiori sfruttando al meglio ogni angolo di balconi e terrazze, c’è un’area del nostro Paese dove l’amore per la natura ha radici antichissime e non è mai svanito: l’altopiano della Paganella. Qui, nel cuore delle montagne trentine, la cura del verde non è solo uno stile di vita, ma anche una vera e propria tradizione, complice l’origine contadina delle famiglie e l’ampia disponibilità di spazi verdi intorno alle abitazioni che hanno portato alla nascita di orti davvero speciali, sempre fioriti e colorati, tanto da assomigliare spesso a dei veri e propri giardini.
L’attenzione spontanea nella cura del verde e l’impegno collettivo per riempire di mille colori le strade, i giardini e le facciate delle case non sono solo la ciliegina sulla torta di un territorio già di per sé meraviglioso, ma hanno anche incoronato Molveno e Fai della Paganella “Comuni Fioriti 2018”. A questo si è aggiunto inoltre un importante traguardo a livello europeo: la partecipazione all’evento internazionale “Entente Florale Europe 2019”, organizzato dall’associazione no-profit AEFP (European Association for Flowers and Landscape).
Con alle spalle questa lunga tradizione che coinvolge l’intera comunità, in occasione dell’Earth Day che si celebra il 22 aprile, Dolomiti Paganella condivide per tutti i green lovers 5 curiosità sugli orti, i giardini e le piante del territorio, per scoprire l’altopiano da un altro, verdissimo, punto di vista.
1. Le due colture della tradizione Gli orti dell’Altopiano della Paganella ospitano tantissime varietà di verdure e piante officinali, ma i re e le regine sono da sempre cavoli e patate, che rappresentano anche la tipicità del territorio. La loro coltivazione ha radici antichissime ed è legata alla commercializzazione di questi due prodotti della terra che sono stati per secoli una delle principali fonti di reddito per molti abitanti della zona.
2. Le specie protette dell’Altopiano della Paganella L’Altopiano della Paganella, tra orti-giardini e prati, è un paradiso per piante e fiori, tanto che molte varietà sono specie protette e soggette alle norme della Provincia Autonoma di Trento. Tra queste la Peonia selvatica (Paeonia officinalis), ma anche il Fior di stecco (Daphne Mezereum), la Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), il Giglio Rosso (Lilium bulbiferum) e l’assai diffusa Leontopodium alpinum, ossia la preziosissima Stella Alpina. Da Andalo e Molveno, infine, si accede al Parco Naturale Adamello Brenta (PNAP), l’area protetta più vasta del Trentino proprio grazie alla ricchezza della fauna e della flora locale. Nel parco si possono ammirare non solo moltissime specie di fiori, ma anche alcune verdure che crescono spontaneamente, come il rinomato “radicchio dell’orso”.
3. I percorsi a piedi per scoprire gli orti-giardini e la flora locale Per gli amanti degli orti-giardini che vogliono scoprire il territorio in movimento c’è il Percorso dell’Otto, un sentiero adatto a grandi, piccini e passeggini che attraversa i terrazzamenti di Fai della Paganella fiancheggiando baite, prati da fienagione, boschetti e orti. Lungo il sentiero, inoltre, sono state poste alcune segnaletiche floreali per scoprire da vicino le tante specie che colorano il territorio. Altro percorso da non perdere è il Sentiero Botanico, ricco di flora autoctona con alcuni dei fiori più belli delle Alpi: croco, trollio, arnica, genzianella, rododendro, soldanella e negritelle, solo per citarne alcuni.
4. Dai fiori al miele Tra le numerose varietà di fiori ce n’è uno in particolare dal quale le aziende agricole del territorio ricavano un miele preziosissimo e tipico delle montagne trentine: il Rododendro. Questo miele, noto anche come “perla dell’alveare” perché il fiore delicatissimo sboccia spontaneamente solo in alta montagna, è un’eccellenza ricca di proprietà depurative e viene usato anche per produrre grappe e distillati che si possono trovare in pochissime altre zone d’Italia.
5. Dall’orto alla tavola Il cavolo, e in particolare il cavolo cappuccio, non è solo uno dei protagonisti del commercio locale, ma anche una delle basi della cucina dell’Altopiano della Paganella. Attraverso la sua fermentazione, infatti, si ottengono i crauti, un contorno immancabile sulle tavole locali. Per approfondire questa tradizione, al Museo delle Arti e dei Saperi ospitato nel maso più antico di Cortalta di Fai della Paganella è esposta un’antica macchina che veniva utilizzata per prepararli.
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