Roma – “Con la crisi pandemica, in particolare durante i primi mesi di lockdown, l’Italia ha registrato una crescita delle fonti di energia rinnovabile e una relativa diminuzione della carbonizzazione. Questo non e’ un trend strutturale. È dovuto esclusivamente al crollo del consumo di energia elettrica e, dunque, alla stagnazione economica. Si tratta, quindi, di una tendenza positiva che pero’ si traduce in una anomalia. Lo sfruttamento strutturale delle fonti di energia rinnovabile deve essere il passo decisivo per la realizzazione della transizione ecologica”.
Cosi’ Francesco Gracceva, responsabile dell’Osservatorio del sistema energetico dell’Enea e curatore dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, rapporto stilato annualmente dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, intervistato dall’agenzia Dire.
Fonti rinnovabili centrali per transizione energetica
“La quota delle fonti rinnovabili- aggiunge Gracceva- stando agli obiettivi europei deve raggiungere il 35% entro i prossimi anni. Le fonti rinnovabili, dunque, rappresentano la prima opzione per il compimento della transizione energetica. Tra il 2010 e il 2020 il nostro Paese ha visto una crescita delle rinnovabili grazie a forti incentivi offerti alle aziende produttrici. In particolare, il fotovoltaico nel 2011 ha raggiunto importanti picchi di crescita. Nel 2020 c’e’ stato un boom ma il trend generale rispetto ai partner europei dimostra che l’Italia stia crescendo piu’ lentamente”.
Calo della carbonizzazione deve essere strutturale
“Nel 2020- precisa Francesco Gracceva, responsabile dell’Osservatorio del sistema energetico dell’Enea- e’ stato accelerato il processo di decarbonizzazione in Italia. Di fatto si e’ trattato soltanto di un elemento influenzato dalla crisi economica prodotta dalla pandemia e in particolare dal crollo della domanda di energia elettrica. Per questo e’ necessario prevedere una diminuzione della carbonizzazione, sfruttando energia pulita, attraverso interventi strutturali”.
Produrre energia da rifiuti organici
Enea, di recente, sul fronte della transizione energetica, grazie a una collaborazione stretta con l’Ecole polytechnique federale de Lausanne, Technical university of Denmark e il gruppo industriale Solidpower, ha realizzato un innovativo processo per produrre energia elettrica da rifiuti organici, avendo aderito al progetto europeo ‘Waste2Grids- W2G, Rifiuti per le reti’. Questo processo ribadisce la centralita’ delle fonti rinnovabili. Viene, infatti, utilizzata l’elettricita’ in eccesso prodotta dall’eolico e dal fotovoltaico per produrre combustibile gassoso da usare nell’ambito dei trasporti o da immettere nella rete di distribuzione del gas naturale.