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Energia: sfide Ue input per un mercato più efficiente 

 

Visione sinergica dell’energia, delle unità aziendali, del mercato e delle politiche. È questo il concetto ricorrente che ha caratterizzato l’edizione XI di Enermanagement, la conferenza Fire dedicata agli operatori del settore energetico che devono gestire al meglio ed in modo efficiente l’energia, rimanendo così competitivi rispetto al mercato e aiutando il Paese a rispondere agli obiettivi Ue. Primo punto emerso dalla giornata è che l’industria deve impegnarsi come, se non più, degli altri settori (trasporti, edifici, ecc.) per rimanere concorrenziale sul mercato.

L’uso razionale dell’energia può rappresentare una grande leva, purché se ne comprendano i legami con il core business delle imprese. Per questo occorre puntare sulla quantificazione dei benefici non energetici connessi ai progetti di efficientamento, quali produttività, sicurezza, emissioni, riduzione dei rischi e dei costi della produzione, aumento di valore degli asset, comfort dei dipendenti e degli occupanti, etc.

“Investire in efficienza energetica nell’industria sarà meno conveniente che in passato per la diffusione della generazione distribuita (costo equivalente dell’energia più basso) e per le agevolazioni sugli energivori” afferma Dario Di Santo, direttore Fire, secondo cui “il mercato dell’energia subirà profonde modifiche, così come le relazioni fra le imprese”.

Secondo Di Santo, “occorre prepararsi per affrontare il cambiamento, anche sfruttando l’intelligenza artificiale. Per raggiungere gli obiettivi Ue occorre intervenire sui sistemi energetici, promuovendo lo sviluppo di filiere efficienti, la progettazione di prodotti e servizi a basso impatto sul ciclo di vita, il cambio modalità nei trasporti, lo sviluppo di stili di vita più sostenibili”.

Sui benefici multipli dell’efficienza energetica, che Fire promuove e spinge anche grazie al progetto europeo M-Benefits, sono intervenuti Fabio Roveda di Gruppo Hera e Stefano Tapparelli di Kemira, sottolineando come questi siano uno strumento fondamentale per integrare sempre più l’energia nel business aziendale, anche perché spesso gli impatti non energetici sono noti, ma non sempre vengono integrati nella fase decisionale.Molti sono stati gli interventi illustrati in sala dedicati a casi pratici di realizzazioni che hanno riguardato tecnologie, intelligenza artificiale, automazione, monitoraggio, generazione distribuita.

Domenico Santino di Enea ha chiarito alcuni punti relativi alla nuova serie di diagnosi energetiche obbligatorie, per cui alle aziende si richiede di entrare nel dettaglio della misura, ossia di monitorare i consumi di tutte le attività produttive in percentuale alla loro importanza. Il nuovo portale Enea dedicato sarà migliorato, più articolato, ma non più difficile da utilizzare, poiché richiederà informazioni in forma aggregata.

Emanuele Regalini di Arera ha poi parlato dei della ricarica elettrica, evidenziando le opportunità di business presenti al momento. Dal 2010 l’Autorità ha avviato degli studi specifici sulla mobilità elettrica, promuovendo progetti pilota e partecipando a tavoli tecnici di lavoro per la definizione del piano nazionale delle infrastrutture di ricarica.

Oggi è necessario che si sviluppino i punti di ricarica in aeree aperte al pubblico e questo è un servizio in concorrenza, ossia non è esclusiva degli operatori del settore energetico, ma può essere una possibilità imprenditoriale per molti (ad esempio hotel o esercizi commerciali).

Pier Paolo Berettoni di Invitalia ha successivamente chiarito i passaggi per accedere al Fondo nazionale efficienza energetica. Alla data di presentazione della domanda le imprese devono essere costituite da almeno 2 anni, essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, tenere una contabilità separata, rispettare le norme sugli aiuti di stato o il de minimis, non trovarsi in condizioni tali da risultare ‘impresa in difficoltà’, essere in regola con le disposizioni normative vigenti ed aver ottenuto la certificazione secondo la Uni Cei 11352 (solo per Esco).

Inoltre, il programma di investimento deve concludersi entro 36 mesi dalla data di inizio. Il Fondo è stato avviato a maggio e ci sono ampi spazi per partecipare. A chiudere la giornata convegnistica è stato Daniele Forni di Fire che ha parlato del progetto Esi Europe e del supporto che questo offre alle Pmi nella realizzazione di interventi di efficienza energetica, che consiste essenzialmente nel ridurre la percezione del rischio dell’efficienza energetica.

Questa percezione deriva dalla mancanza di fiducia nell’intervento e negli attori coinvolti, e nella mancanza di opzioni di finanziamento e assicurazione facilmente accessibili. Il modello Esi punta a sciogliere questi nodi. Esi è stato riconosciuto dal Global Innovation Lab for Climate Finance come uno degli strumenti più promettenti per mobilitare gli investimenti del settore privato nell’efficienza energetica.

 

Adnkronos.

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