Secondo un recente studio pubblicato su Nature Communications, il 40% della foresta pluviale amazzonica rischia di trasformarsi in savana e, in alcune parti, la transizione sta già avvenendo.
Gli ecosistemi della foresta pluviale sono molto sensibili ai cambiamenti nelle precipitazioni, poiché il loro sostentamento dipende dalla ricezione dell’umidità. Ma a causa dei cambiamenti climatici, le regioni intertropicali del mondo stanno diventando più secche.
I ricercatori, attraverso simulazioni al computer, hanno esaminato quanto siano stabili le foreste pluviali tropicali del mondo rispetto alle mutevoli condizioni climatiche e hanno scoperto che le foreste pluviali dell’Indonesia e della Malesia sono relativamente stabili perché le loro precipitazioni dipendono più dagli oceani che le circondano, piuttosto che dal rilascio dell’umidità della loro copertura fogliare.
Ma l’Amazzonia è particolarmente delicata e le sue precipitazioni dipendono, in buona parte, da quanto è fitta la sua vegetazione. Secondo tale studio, ben il 40% dell’Amazzonia sta già vedendo così poche precipitazioni da poter esistere sia come foresta che come savana. E la transizione potrebbe essere potenzialmente irreversibile.
Questo non vuol dire che queste parti dell’Amazzonia siano già savana; il cambiamento richiederebbe ancora decenni per essere completato. Ma la trasformazione inizia con la perdita di precipitazioni e, una volta che accade, può essere molto difficile invertire la rotta.
Le foreste pluviali creano le proprie precipitazioni perché l’umidità delle loro piante evapora, forma le nubi e ricade sotto forma di pioggia. Ma man mano che il clima diventa più secco o che la vegetazione si dirada, la pioggia diventa sempre più scarsa. Questa aridità crea le condizioni per gli incendi boschivi, che si traduce in un minor numero di alberi, che a sua volta alimenta un pericoloso ciclo di feedback, perché meno fogliame significa meno precipitazioni.
Il team di ricercatori si è concentrato sui cambiamenti climatici globali che hanno un impatto locale sulla regione amazzonica ed è arrivato alla conclusione che se le emissioni di gas serra continuassero ad aumentare, l’Amazzonia diventerebbe meno resistente alla siccità. Gli alberi avrebbero meno probabilità di ricrescere e il passaggio a diventare un ecosistema di tipo savana diventerebbe più probabile.
Ma i cambiamenti climatici non sono l’unico motivo che mette a rischio l’esistenza della foresta amazzonica. Gli incendi e i disboscamenti effettutati dall’uomo per strappare alla foresta terreni coltivabili e per rifornire l’industria del legname aggravano e accelerano il processo di inaridimento della regione, rendendo la transizione a savana ancora più probabile.
E se la foresta amazzonica diventasse una savana, sarebbero guai, per la sua ricchissima biodiversità che andrebbe perduta e perché svolge la funzione di “polmone” del pianeta.