Pubblicato il: 27/09/2019 08:39
Da Roma a Milano, passando per Venezia, Torino e Palermo. In oltre 150 città d’Italia studenti e studentesse stanno scendendo in piazza per il terzo sciopero globale per il clima di Fridays for Future Italia con l’adesione di Unione degli Studenti, Link – Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza.
“L’Assemblea delle Nazioni Unite è stata un fallimento – sottolinea Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza – i potenti del pianeta non hanno intenzione di cambiare rotta per salvare il nostro futuro. Noi giovani continueremo a ribellarci contro questa classe politica, seguendo l’esempio di Greta e chiedendo che la giustizia climatica sia finanziata da chi si è arricchito con il modello economico insostenibile. Le multinazionali e i ricchi del pianeta devono contribuire alla riconversione ecologica più di tutti. Eppure il governo italiano si limita alla retorica, mentre secondo le bozze di decreto Clima intende dare sussidi ambientali dannosi fino al 2040, una scelta inaccettabile”.
MILANO – A Milano la manifestazione è partita da piazza Cairoli. Ad aprire il corte lo striscione “Siamo inarrestabili, un altro mondo è possibile”. Altri cartelloni come “we want climate justice” o “La terra ringrazia” stanno colorando le vie della città. Il corteo terminerà alle 12.30 a Piazza Duomo.
ROMA – Nella Capitale, piena affluenza di giovani che si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica. La piazza è piena e i ragazzi si sono posizionati anche lungo viale Luigi Einaudi dove partirà il corteo.
TORINO – A suon di slogan “Insieme siamo partiti, insieme torneremo. Il pianeta è nostro e lo difenderemo”, migliaia di giovani sono partiti da piazza Statuto a Torino diretti in piazza Vittorio. Dietro lo striscione ‘Cambiamo il sistema non il clima’ i ragazzi con centinaia di cartelli che chiedono attenzione all’ambiente, protestano per chiedere misure urgenti a istituzioni e aziende per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. La manifestazione a Torino arriva dopo una fitta settimana di eventi e flash mob organizzati dalla sezione torinese Fridays for future.
PALERMO – Anche a Palermo migliaia di studenti stanno partecipando a “Fridays for Future”. Decine gli striscioni che i ragazzi hanno realizzato. “Vogliamo respirare il nostro futuro”, si legge su uno dei cartelli. E ancora: “Our planet is screaming. Help!”. I ragazzi cantano “Cambiamo il sistema, non il clima”. Il corteo si concluderà in piazza Indipendenza davanti alla sede del governo della Regione.
VENEZIA – Partecipano al Global Strike anche gli studenti di Venezia, forse la città più a rischio da un punto di vista di innalzamento inesorabile del livello del mare. Qui i ragazzi in maschera e boccaglio hanno calato dal ponte di Rialto uno striscione per invitare tutti a partecipare alla sciopero: “Abbiamo l’acqua alla gola – si legge -. Venice will sink first”. Azioni con maschera e boccaglio sono previste anche a Roma, Firenze, Palermo, Messina, Padova e altre 50 città.
L’ALLARME DELL’ONU – Intanto, anche il nuovo rapporto dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’Onu, dedicato a oceani e ghiacci lancia un nuovo allarme: gli oceani sono sempre più caldi e i ghiacciai si sciolgono. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire e le conseguenze sono drammatiche: gli eventi estremi colpiranno almeno una volta l’anno entro il 2050, ondate di calore sempre più forti e frequenti, piogge e cicloni devastanti. Senza contare che l’innalzamento del livello del mare potrebbe portare a una migrazione su larga scala, con milioni di persone sfollate.
E le conseguenze del riscaldamento climatico si vedono anche nel nostro paese, dove è stato diramato un allarme per il ghiacciaio del Monte Bianco, che rischia di collassare. La comunità scientifica dunque invita i leader del mondo a reagire alla crisi climatica: i governi devono adottare misure “urgenti e ambiziose” per ridurre le emissioni. Allo stato attuale, si calcola che stiamo scaricando negli oceani un milione di tonnellate di Co2 ogni ora.
Adnkronos.