Pubblicato il: 26/08/2019 14:41
Il G7 accende i riflettori sull’Amazzonia. Il vertice dei ministri dell’economia non resta indifferente all’emergenza che sta colpendo il polmone verde del pianeta devastato dagli incendi e decide per un fondo da 20 milioni di dollari per far fronte all’emergenza. Ad annunciarlo, una fonte dell’Eliseo a margine del vertice di Biarritz, precisando che il contributo servirà in particolare a finanziare il dispiegamento di Canadair nella regione “al più presto possibile” per contenere gli incendi.
E dal premier britannico Boris Johnson arriva l’annuncio di dieci milioni di sterline, 11 milioni di euro, per la riforestazione. “Nel corso di una settimana in cui abbiamo visto tutti, inorriditi, la foresta amazzonica bruciare sotto i nostri occhi, noi non possiamo sfuggire alla realtà delle devastazioni che infliggiamo alla natura”, ha dichiarato Johnson, confermando tra l’altro la disponibilità del Regno Unito ad ospitare l’anno prossimo la conferenza sul clima Cop26.
Gli occhi del mondo puntati sull’Amazzonia, dunque, ma ancora più gravi sono gli incendi che stanno devastando la foresta equatoriale africana, lontano dai riflettori. “Seguiamo con molta attenzione quello che sta succedendo in Africa – assicura il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron dal G7 – e abbiamo avuto uno scambio con l’Unione africana e altri Paesi. La foresta brucia anche in Africa, in Congo. Stiamo esaminando la possibilità di lanciare un’iniziativa similiare in Africa”.
Cosa sta succedendo in Africa. Giovedì e venerdì si sono registrati più incendi in Angola e nella Repubblica Democratica del Congo che in Brasile. Secondo i dati della Nasa, in quei due giorni ci sono stati 6.902 incendi in Angola, 3.395 nella Repubblica Democratica del Congo e 2.127 in Brasile. Insomma, in una classifica delle foreste che bruciano, a livello globale al momento l’Amazzonia si piazza al terzo posto.
Anche stando alle rilevazioni di Copernicus (il programma europeo di osservazione della Terra) attualmente è la regione centrafricana a registrare la maggior parte di incendi di biomasse nel mondo. Su base giornaliera, il servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus fornisce dati sulle combustione di biomassa in tutto il mondo.
Gli incendi nell’Africa sub-sahariana rappresentano circa il 70% dell’area bruciata di tutto il mondo e la causa di questi incendi, come per l’Amazzonia, è riconducibile alle attività agricole e zootecniche, in particolare all’utilizzo della tecnica ‘taglia e brucia’ con gli agricoltori centrafricani che utilizzano il fuoco per ripulire vaste distese di foreste o savane, rigenerare pascoli e bruciare gli scarti delle terre coltivate per prepararsi alla prossima stagione.
Responsabilità umane, dunque, dietro questi incendi devastanti, aggravati dai cambiamenti climatici. Tema, quest’ultimo, al centro della sessione mattutina del G7 a cui ha preso parte il premier italiano Giuseppe Conte che ha voluto ricordare l’impegno del nostro Paese: “L’Italia – ha detto Conte – ha una posizione di leadership in Europa nel campo delle energie rinnovabili e lavora in prima linea per un cambio di paradigma e per realizzare un’agenda globale che protegga i nostri figli e le generazioni future”.
Adnkronos.