L’Oro Blu è un bene sempre più prezioso e sempre più a rischio, un elemento essenziale per la vita che sta gradualmente dirigendosi verso la scarsità, a ritmi preoccupanti. Il monito di Papa Francesco è un grido a tutta la Terra.
Oggi si celebra la giornata mondiale per la cura del creato, indetta nel 2015 da Papa Francesco con l’intento di valorizzare e tutelare i preziosi beni di cui disponiamo e che, spesso e volentieri, vengono dati per scontati. Primo fra tutti questi beni è l’acqua, a cui è dedicata la giornata di celebrazione, l’Oro blu che ci sostiene e ci conferisce la vita.
“Sento il bisogno di rendere grazie a Dio per ‘sorella acqua’, semplice e utile come nient’altro per la vita sul pianeta. Proprio per questo,prendersi cura delle fonti e dei bacini idrici è un imperativo urgente.” Un monito, quello di Papa Francesco, che incita il mondo a consapevolizzare l’essenziale importanza di salvaguardare l’elemento che sta alla base della vita e che è anche espressione di un intrinseco diritto spettante a tutti gli esseri umani e viventi.
La carenza di risorse idriche, secondo un recente studio dell’Università di Twente (Olanda) pubblicato su Science, non solo è una delle sfide più pericolose che il mondo si trova ad affrontare, ma probabilmente è di gran lunga peggiore di quanto ci si aspettasse.
Più di 4 miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno, mentre parallelamente 500 milioni di persone vivono in luoghi dove il consumo annuo di acqua è doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce a reintegrare. Un fatto che sta rapidamente portando al degrado irreversibile delle falde acquifere, rendendo vulnerabili intere comunità.
Zone particolarmente a rischio sono India e Cina, ma non sfugge al pericolo nemmeno la parte centro occidentale degli Stati Uniti, l’Australia per fino la città di Londra. Vera e propria emergenza in Yemen, dove l’acqua potrebbe esaurirsi già nel giro di pochi anni. Giorni contati anche per Pakistan, Iran, Messico e Arabia Saudita.
Sono stati analizzati i dati 1996-2005, in merito ai quali l’opinione degli esperti è inequivocabile: “La situazione idrica mondiale è molto peggiore di quanto suggerito dagli studi precedenti, che stimavano gli impatti della scarsità idrica tra gli 1,7 miliardi e i 3,1 miliardi di persone”. Sarebbero invece ben 4 miliardi le persone che soffrono questo fenomeno per almeno un mese all’anno, mentre 1,8 milioni di persone devono fare i conti con la siccità per almeno 6 mesi l’anno.
Acqua sinonimo di vita, ma anche di dolore e sofferenza, elemento attraverso cui migliaia di persone fuggono dalle persecuzioni e da un destino incerto, migrando lontano dalle proprie terre.
“Chiediamo al Signore e a chi svolge l’alto servizio della politica che le questioni più delicate della nostra epoca, come quelle legate alle migrazioni,ai cambiamenti climatici, al diritto per tutti di fruire dei beni primari, siano affrontate con responsabilità, con lungimiranza guardando al domani, con generosità e in spirito di collaborazione, soprattutto tra i Paesi che hanno maggiori disponibilità. Dobbiamo riconoscerlo: non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità. La situazione ambientale, a livello globale così come in molti luoghi specifici, non si può considerare soddisfacente”, ammonisce Papa Francesco. Urgono progetti condivisi e gesti concreti, tenendo conto che ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere inaccettabile. L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.
Preghiamo per quanti si dedicano all’apostolato del mare, per chi aiuta a riflettere sui problemi in cui versano gli ecosistemi marittimi, per chi contribuisce all’elaborazione e all’applicazione di normative internazionali concernenti i mari che possano tutelare le persone, i Paesi, i beni, le risorse naturali – penso ad esempio alla fauna e alla flora ittica, così come alle barriere coralline o ai fondali marini – e garantire uno sviluppo integrale nella prospettiva del bene comune dell’intera famiglia umana e non di interessi particolari.
Ricordiamo anche quanti si adoperano per la custodia delle zone marittime, per la tutela degli oceani e della loro biodiversità, affinché svolgano questo compito responsabilmente e onestamente”, aggiunge Francesco. Infine, conclude, “abbiamo a cuore le giovani generazioni e per esse preghiamo, perché crescano nella conoscenza e nel rispetto della casa comune e col desiderio di prendersi cura del bene essenziale dell’acqua a vantaggio di tutti.“