Lewis Pugh ambientalista ha nuotato per 49 giorni nella Manica, però in senso latitudinale. I suoi 531 chilometri non hanno l’obiettivo di un’impresa sportiva, ma di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento dei mari
Ha nuotato per 49 giorni nella Manica, però in senso latitudinale. Con 500mila bracciate e 531 chilometri ha compiuto un record che però non sarà inserito nel Guinness dei primati, sezione sport. Il tragitto massacrante compiuto da Lewis Pugh, 48 anni, ambientalista, un passato da militare nel commandos Sas e oggi avvocato specializzato in diritto marittimo aveva un altro obiettivo. Il suo scopo è stato quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento della Manica e più in generale delle acque marine. Alla fine dell’impresa, stanco e stremato sul porto di Dover ha twittato queste parole da un notebook: “Durante la nuotata non ho visto fauna selvatica, salvo rari uccelli, qualche delfino ed una tartaruga. Ho invece visto tanti rifiuti. Abbiamo tolto il pesce dai mari e sostituito con la plastica”. Un Sos quello degli oceani invasi dalla plastica che ormai ha fatto il giro del mondo. Pugh, nonostante i complimenti del ministro dell’ambiente Michael Gove ha replicato: “Ho fatto la mia parte ora il Governo faccia la sua. Nei nostri mari costieri solo 7 chilometri quadrati su 750mila sono tutelati. Nel resto c’è inquinamento provocato da scarichi industriali, trivellazioni e traffico navale”. Sempre su questo tema nei giorni scorsi anche l’attrice italiana Cristiana Capotonti sta preparando una serie di cortometraggi per sensibilizzare la pubblica opinione e le istituzioni e organismi preposti sull’inquinamento degli oceani, un problema che non può più essere rinviato.