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Il Ministero dell’Ambiente chiede interventi risolutivi per il Lago di Porta

Prime risposte all’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inviata (11 giugno 2020) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus alle amministrazioni pubbliche competenti in relazione al progressivo depauperamento idrico del Lago di Porta, in Versilia, una delle residue zone umide della costa toscana a nord della foce dell’Arno, scampate alle bonifiche del ‘900.

Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale per il Patrimonio naturalistico ha chiesto (nota prot. n. 46679 del 19 giugno 2020) alla Regione Toscana e ai Comuni di Montignoso e di Pietrasanta informazioni sulla vicenda e l’adozione delle “misure che si intenderanno adottare per contrastare il fenomeno di impoverimento idrico del sistema lacuale e per garantire quindi il rispetto di quanto previsto dall’art. 6, paragrafo 2, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’ e dalla Direttiva 2009/147/CE ‘Uccelli’”.

Il Comune di Pietrasanta (nota prot. n. 21209 del 23 giugno 2020) ha ricordato “che dalla fine degli anni 90 fino al 2015 l’area palustre denominata Lago di Porta è stata individuata come Area Naturale Protetta di Interesse Locale (A.N.P.I.L.) e gestita da un comitato formato da … Comune, dal Comune di Montignoso e da diverse associazioni ambientaliste. Nel 2015 con la LR n. 30 le A.N.P.I.L. sono state abolite e l’area, di proprietà privata, non è più soggetta ad una qualche autorità dei Comuni. Essendo contemporaneamente utilizzata come vasca di esondazione del limitrofo Fiume Versilia rimane la tutela della Regione Toscana”.

Pertanto – chiede il Comune di Pietrasanta al Ministero dell’Ambiente – “quale competenza oggi avrebbe … in merito alla gestione del Lago di Porta e quindi come poter essere utile per la soluzione delle problematiche evidenziate”.

Domanda singolare alla quale possiamo offrire un suggerimento: basterebbe iniziare a svolgere i necessari sopralluoghi al Lago per verificare se vi siano state opere abusive o meno che abbiano modificato il regime idrico (art. 27 L del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).

Di sensibile valore naturalistico e ambientale, diviso fra Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU) e tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), vi vennero individuate le due aree naturali protette d’interesse locale (A.N.P.I.L.) “Lago di Porta” e “Lago e Rupi di Porta” (1998), assegnate in gestione ai due Comuni.

In seguito, venne tutelato anche con l’individuazione del sito di importanza comunitaria-zona speciale di conservazione (S.I.C.- Z.S.C.) “Lago di Porta” (codice IT51260101), proprio per le rilevanti caratteristiche naturalistiche e ambientali.

Nei mesi scorsi, a partire dal periodo febbraio-marzo 2020, il livello del Lago è progressivamente sceso in modo drammatico: secondo quanto riportato sul sito web istituzionale (29 maggio 2020) del Comune di Montignoso, la diminuzione del livello idrico sarebbe dovuta a “un cedimento all’interno di un canale emissario che ha causato un’alterazione dell’equilibrio delle acque che defluiscono fino al Lago”, tuttavia non si è a conoscenza delle cause del cedimento, del periodo, dei danni ambientali verificatisi e, soprattutto, dei rimedi adottati per la risoluzione definitiva delle problematiche ambientali.

Dietro preoccupatissime segnalazioni di residenti, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha rivolto (11 giugno 2020) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti ai Ministeri dell’Ambiente e dei beni e Attività Culturali, alla Regione Toscana, all’A.R.P.A.T., ai Comuni di Montignoso e Pietrasanta, ai Carabinieri Forestale, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca, informando, per opportuna conoscenza, le Procure della Repubblica presso i Tribunali di Massa e di Lucca.

Ora le richieste da parte del Ministero dell’Ambiente: è ora di riportare il Lago di Porta alle originarie condizioni, individuando le responsabilità di un perdurante e drammatico degrado.

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