Il WWF ha pubblicato oggi il sesto Environmental Paper Company Index (EPCI 2019), un report realizzato per aumentare la trasparenza e la consapevolezza su come i settori della cellulosa, della carta e degli imballaggi possono ridurre la loro impronta ecologica.
L’EPCI (Environmental Paper Company Index) traccia le prestazioni delle imprese in materia di approvvigionamento responsabile, processi produttivi, sistemi di gestione ambientale (EMS) e reporting. Questa valutazione precede l’importante traguardo del 2020, anno entro il quale molte aziende globali si sono impegnate ad eliminare completamente la deforestazione dalle loro catene di approvvigionamento. I settori della cellulosa e della carta svolgono un ruolo cruciale nel raggiungimento di questi impegni, poiché la crescente domanda di carta, in particolare di fibre vergini, aumenta gli impatti sulle foreste naturali, gli ecosistemi acquatici, la fauna selvatica in pericolo e i cambiamenti climatici. L’indice stimola le aziende a diventare più trasparenti nella divulgazione dei dati sulla sostenibilità e, in questo modo, le aiuta a segnalare i progressi compiuti rispetto agli impegni verso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la Bonn Challenge e la Dichiarazione di New York sulle foreste.
L’EPCI 2019 copre una percentuale significativa della produzione globale totale nelle seguenti categorie: carta da giornale (13%), carta grafica (16%), carta tissue (15%), imballaggi (9%) e polpa (10%). L’Indice riunisce quasi 300 stabilimenti, di cui il 48% in Europa, il 22% in Nord America, il 22% in Sud e Centro America, il 7% in Asia e l’1% in Africa.
Nel complesso, la valutazione mostra che le aziende partecipanti ottengono il 76% dei punti massimi per l’approvvigionamento responsabile delle fibre, il 70% per i processi produttivi e il 63% per i sistemi di gestione ambientale (SGA) e la trasparenza nella rendicontazione. Il punteggio medio del 70% è leggermente inferiore rispetto alla performance complessiva dell’EPCI 2017 (73%). Una tendenza importante da notare è la riduzione complessiva della fibra proveniente da fonti certificate FSC e un minor utilizzo di materiali riciclati per tutte le categorie di prodotti, ad eccezione dell’imballaggio. Una maggiore trasparenza è necessaria considerando il punteggio più basso (63%) sul reporting ambientale.
Data la crescente importanza del settore della carta e della cellulosa in Asia, il WWF ha fatto un ulteriore assessment, basato sulle informazioni pubbliche di due grandi aziende cinesi (Lee & Man Paper Manufacturing e Nine Dragons Paper Holding) e di un’azienda giapponese (Daio Paper Corporation). Queste società sono state invitate, ma hanno scelto di non divulgare volontariamente informazioni sulle loro prestazioni e sulla loro trasparenza. Insieme, esse rappresentano quasi il 5% della produzione globale totale di pasta di cellulosa e carta, mentre Lee & Man Paper Manufacturing e Nine Dragons Paper Holding da sole rappresentano circa l’8% della produzione globale totale di imballaggi.
“L’Asia è la regione più dinamica, con carta e cartone che rappresentano quasi la metà della produzione mondiale – afferma Mauro Ciriminna, Responsabile Sustainable Pulp, Paper and Packaging, WWF Forest Sector Transformation -. In passato è stato difficile coinvolgere le aziende asiatiche, quindi il fatto che quest’anno siano state incluse 7 aziende asiatiche nell’EPCI è uno sviluppo importante. Queste realtà possono e devono svolgere un ruolo cruciale nel migliorare le loro pratiche contro la deforestazione, incrementando la certificazione Forest Stewardship Council (FSC) e promuovendo la produzione e il consumo responsabile di carta”.
Quest’anno, 30 delle 84 aziende invitate hanno partecipato all’Indice (comprese le 3 aziende dell’assessment speciale), con l’adesione volontaria di 4 nuove aziende: Ence e Lecta (Spagna), JK Paper (India), Nippon Paper (Giappone). Insieme, queste aziende rappresentano il 18% della produzione totale dei produttori di pasta di cellulosa e carta in tutto il mondo.
Tra i gruppi partecipanti all’EPCI 2019, vi sono due aziende italiane: il gruppo cartario Sofidel, marchio Regina, che ha raggiunto il 77,2% del punteggio totale, e il gruppo Fedrigoni, nella categoria graphic paper, che ha ottenuto il 54% del punteggio totale.
Attraverso questo report, il WWF vuole stimolare l’industria della cellulosa e della carta ad assumere un ruolo guida nella riduzione dell’impronta del settore, aumentando le pratiche di riciclo e acquistando più fibre certificate dai produttori di legname e dai fornitori di cellulosa e carta. La certificazione FSC è una strategia chiave per le aziende, che elimina la deforestazione dalle loro catene di approvvigionamento, riducendo l’impatto ambientale e proteggendo le foreste ad alto valore di conservazione. Secondo il WWF Certification Assessment Tool, l’FSC è lo schema di certificazione forestale più credibile.
Entro il 2050, il consumo di carta raddoppierà e forse aumenterà ulteriormente con la pressione per sostituire la plastica con la carta. Il WWF stima che saranno necessari oltre 250 milioni di ettari di piantagioni per soddisfare la nostra futura domanda globale, anche con livelli più elevati di materiale riciclato. L’associazione invita quindi il settore a cambiare lo status quo e a produrre risultati, migliorando la sostenibilità della catena di approvvigionamento e offrendo ai consumatori una scelta responsabile.