Innanzitutto il confinamento delle polveri provenienti dal parco minerale con 19 mesi di anticipo rispetto a quanto prescritto dal Dcpm del 2017. Poi utilizzo di nuove tecnologie per le acque reflue e anticipazione di molti altre bonifiche ambientali
Resi noti i contenuti dell’addendum relativi al piano ambientale Ilva, addendum che costituisce un allegato all’accordo stipulato ieri al Mise. A condizione che l’esecutività dell’operazione Ilva non sia successiva al 1° novembre prossimo, il nuovo investitore Arcelor Mittal – si legge – si impegna a “completare, entro l’ultimo trimestre 2019, i lavori per la copertura di tutto il materiale presente nel parco minerale, necessario ai fini del livello di produzione autorizzato. Ciò assicurerà – si legge ancora – il totale confinamento delle polveri provenienti dal parco minerale con almeno 19 mesi di anticipo rispetto al termine di scadenza stabilito dal Dpcm del 29 settembre 2017. Il completamento anticipato di tale intervento creerà altresì una barriera fisica contro la dispersione di polveri dallo stabilimento di Taranto al quartiere Tamburi”. Mittal poi si impegna a “completare, entro il 31 maggio 2020, i lavori per la copertura di tutto il materiale presente nel parco fossile, necessari ai fini del livello di produzione autorizzato. Cio assicurerà il totale confinamento delle polveri provenienti del parco fossile, con almeno 14 mesi di anticipo rispetto al termine di scadenza stabilito dal Dpcm del 29 settembre 2017”.
Altro impegno inserito nell’addendum ambientale, completare, con almeno 6 mesi di anticipo rispetto al termine di scadenza stabilito dal Dpcm del 29 settembre 2017, i lavori per la pavimentazione dei parchi AGL” (Agglomerato) e “completare i lavori per la pavimentazione del parco loppa entro 11 mesi dalla Data di Esecuzione. Ciò assicurerà l’eliminazione, rispetto a tale area, delle acque meteoriche con almeno 31 mesi di anticipo rispetto al termine di scadenza stabilito dal Dpcm del 29 settembre 2017”. Mittal si impegna poi a “completare, con almeno 8 mesi di anticipo rispetto al termine di scadenza stabilito dal Dpcm del 29 settembre 2017, i lavori per la realizzazione della prescrizione UA 8-26 relativi all’intervento di raccolta e trattamento di acqua piovana presso l’area dei moli”, nonché a “implementare presso lo stabilimento di Taranto, entro il 30 giugno 2020, l’utilizzo della tecnologia per il trattamento delle acque reflue BF Gas Scrubbing System”.
Arcelor Mittal si impegna poi a “incrementare l’utilizzo di rottami metallici nel processo produttivo, ove possibile a condizioni economiche sostenibili, al fine di ridurre al minimo le emissioni di CO2, rafforzare gli obiettivi di economia circolare e intensificare il riutilizzo di materiali di scarto in conformità agli obiettivi della legislazione europea”. Mittal, inoltre, si impegna a “intensificare il recupero dei residui contenenti ferro e dei sottoprodotti sia all’interno dei processi produttivi, sia esternamente, a condizioni sostenibili economicamente e in conformità alle leggi e autorizzazioni applicabili, allo scopo di ridurre i quantitativi di materiale da avviare a smaltimento, conformemente agli obiettivi fissati dalla legislazione nazionale ed europea e rafforzare gli obiettivi di economia circolare”. Infine, Mittal, che inizialmente subentrerà con un contratto di fitto nell’Ilva, “si impegna ad effettuare una ulteriore caratterizzazione del suolo e delle acque sotterranee presso il sito di Taranto al fine di integrare la relazione di riferimento approvata dal Dpcm del 29 settembre 2017”. Quest’ultimo contiene il piano completo delle misure ambientali dell’Ilva.
Fonte: Agi