Abitazioni autosufficienti, che si producono cibo, acqua, energia. Addio bollette, addio inquinamento e sprechi. Il futuro è molto più vicino di quanto si pensi. Cosa si può desiderare di più?
La casa è il nostro nido, un luogo in cui sentirci al sicuro e a cui fare ritorno per cercare ristoro e pace. Ma una casa non è solo questo. Un insieme di case creano una rete, un villaggio, un paese, una città, fino a diventare le grandi metropoli che oggi dominano il mondo. Il concetto di casa racchiude in sé molti significati, dal diritto ad un’abitazione a cui fare ritorno, a insieme di nuclei appartenenti ad una stessa cultura. Oggi un altro dei significati che la casa ha assunto è purtroppo quello di “generatrice di inquinamento e di spreco energetico”.
Bollette, spese di gestione, conti salati che fanno tremare i portafogli e l’ambiente circostante. Possibile che non siamo ancora riusciti a pensare ad una valida alternativa alle abitazioni comunemente in uso? Certo che si, e anche da molti decenni, ma come si potrà intuire le più grandi innovazioni e scoperte spesso si scontrano con le resistenze del tempo e della società.
Michael Reynolds, architetto statunitense, negli anni ’70 cominciò a sperimentare modelli di abitazioni realizzate con materiali di riciclo e pensate per essere autosufficienti e a zero impatto ambientale. La sua visionaria immaginazione lo condusse alla realizzazione di modelli sempre più strutturati e duraturi, capaci non solo di resistere nel tempo ma di aprire la strada a un nuovo modo di concepire la casa.
Si chiamano “Earthships”, sono costruite con materiali di riciclo e pensate per incarnare un tipo di economia circolare, che prenda spunto dai cicli naturali mirando a reintegrare gli elementi del sistema per riutilizzarli, dargli nuova vita e nuovo valore, nel rispetto degli ecosistemi in un’etica di sostenibilità a 360 gradi.
Abbiamo intervistato un membro attivo della Offgrid Italia, Associazione culturale nata per promuovere pratiche di vita a basso impatto ambientale. La Offgrid si occupa di riduzione inquinamento, riciclo e riuso, economie alternative,energie rinnovabili e autocostruzioni sostenibili. In particolare promuove la diffusione del modello Earthship in Italia e anche nel resto del mondo.
Patrik Lunt è un attivista del mondo Offgrid, che combatte per mostrare al pianeta che un’altra via è possibile ed è anche alla portata di tutti. Patrick organizza e gestisce seminari, incontri e workshop di costruzione vera e propria.
–Grazie Patrick di essere qui con noi. Puoi parlarci della storia della Earthship, come nasce e quali sono le sue “fondamenta ideologiche”, oltre che strutturali?
Certo. L’idea che spinse Michael Reynolds a creare le Earthship si riassume nella necessità di produrre e consumare meno cercando di vivere in armonia con il Pianeta. Possibile che tutta la spazzatura da noi prodotta non possa essere riutilizzata in maniera intelligente? L’economia circolare fu per Reynolds la migliore soluzione, ovvero dei sistemi che reintegrino le energie, senza disperderle. Reynolds ha iniziato negli anni ’70, da solo, sull’altopiano del Nuovo Messico. Un posto molto selvaggio, con un clima estremo, freddo d’inverno e caldo d’estate, quasi deserto. Approfittando dello spazio a disposizione Reynolds ha cominciato a costruire la prima abitazione servendosi di lattine di birra, materiale di scarto che non possiede alcun valore economico. Dopo questo primo tentativo che ottenne discreto successo, cominciò gradualmente a perfezionare i modelli di abitazioni introducendo via via sempre più elementi: dalla raccolta dell’acqua,al sistema fognario, al sistema di ventilazione, al sistema di acque grige e nere, alle energie rinnovabili. Sperimentando i vari materiali e osservando quelli più diffusi e dispersi nell’ambiente, Reynolds si rese conto che gli pneumatici delle automobili, le gomme di plastica, costituivano una reale minaccia ed erano presenti in grandi quantità negli habitat. Cominciò a servirsene per costruire le basi delle sue Earthships, constatandone da subito le potenzialità. Le gomme infatti hanno una resistenza incredibile dovuta alla loro elasticità e la facoltà di accumulare naturalmente calore. Poco a poco il suo lavoro cominciò ad acquisire visibilità, tant’è che Reynolds dovette anche scontrarsi con lo stato del New Messico che si schierò contro le sue creazioni, minacciandolo di bandirlo dall’ordine degli architetti. Nel documentario Garbage Warriors è bene espresso il suo lavoro dei primi anni.
-Come è strutturata una Earthship e come funziona?
Ci sono moltissimi modelli di Earthships ma tutti riconducibili a un sistema basilare: è una casa che si autoalimenta. L‘utilizzo di materiali di scarto è il primo tassello fondamentale. Le gomme vengono utilizzate per determinare la struttura dell’abitazione e fungono anche da isolanti.
Ciascuna Earthship viene orientata in modo tale che sia esposta rigorosamente a sud. Quest’ultimo aspetto è molto importante, perchè a sud viene costruita una serra interna popolata da numerose piante, che attrae calore e luce. La serra ha il duplice scopo di fornire una autoproduzione di cibo per l’abitazione e accumulare energia termica. Il calore del sole colpisce le gomme e il pavimento della serra, che lo assorbono. La presenza all’interno della serra di finestre e tubi di ventilazione consentono di gestire la temperatura dell’abitazione: se si desidera caldo durante l’inverno basterà tenere chiuse le finestre in modo che il calore si accumuli per riscaldare la zona abitata; al contrario d’estate aprendo le finestre si genera un risucchio d’aria, la quale passando attraverso dei lunghi tubi di metallo posizionati sottoterra, viene raffreddata e reindirizzata nella zona comfort che risulterà refrigerata.
A est-ovest della casa ci sono il bagno e la doccia. L’acqua che viene raccolta dal tetto viene utilizzata per ben tre distinti usi. Dal tetto entra in delle cisterne, dopo essere stata filtrata e depurata, per poi essere utilizzata nella doccia. Dalla doccia passa poi per le piante,venendo pulita una seconda volta per poi giungere al water ed essere riutilizzata come scarico. Infine, dallo scarico l’acqua viene nuovamente rispedita in una cisterna per essere decomposta, insieme alle sostanze di scarto, che andranno poi a nutrire nuovamente le piante. Sopra il tetto sono posizionati dei pannelli solari per generare energia.
Caratteristica peculiare della Earthship è quella di mantenere all’interno della zona comfort una temperatura stabile tra i 21 e 25 gradi, indipendentemente dalla temperatura esterna. Singolare lo studio di un giornalista che non potendo credere a questa autonomia termica delle Earthships, ha deciso di monitorarne l’effettiva veridicità. I risultati l’hanno costretto a rivedere le sue posizioni.
-Da un punto di vista legale qual’è la situazione in Italia?
Si tratta di una vera e propria battaglia di legalizzazione. In Italia la burocrazia è un forte limite allo sviluppo del progetto. Ciononostante Offgrid si sta muovendo su più fronti. Da un lato ha lanciato un appello a chi di competenza possa dare una mano nella promulgazione del modello Earthship attraverso studi scientifici che ne supportino la reale utilità ed efficacia. Dall’altro esiste un progetto, chiamato ReLand, che vedrà la realizzazione del primo parco divertimenti dedicato al mondo del riuso. In collaborazione con il politecnico di Torino, il progetto Reland partirà nel 2019 e vedrà la costruzione di una Earthship, che non avrà ancora l’autorizzazione all’abitabilità ma potrà essere utile per studiarne le caratteristiche e per essere esposta al pubblico. In Italia non esiste ad oggi una regolamentazione relativa alle gomme e al loro utilizzo in ambito edilizio.
-In che paesi è legale costruire le Earthships e in quanto tempo se ne costruisce una?
Le Earthships sono legali in Spagna , Francia, Olanda, Scozia, Germania e Portogallo. Dipende molto dall’autonomia decisionale dei singoli comuni. Va anche detto che in sole 3\4 settimane è possibile costruire una Earthship funzionante della grandezza di 100 mq.
Ringraziamo Patrick per la sua disponibilità e invitiamo i lettori a consultare il sito di Offgrid. Le Earthships non sono solo semplici case, ma luoghi sperimentali di evoluzione e innovazione. Progetti come questo ci mostrano la molteplicità di soluzioni che l’umanità possiede nelle sue mani. Basta volerle mettere in pratica. Contribuisci anche tu alla diffusione delle Earthship nel mondo.
http://offgrid.vision/